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di Renato Carpentieri
Brutta scoppola e parlare solo di crisi ora è davvero riduttivo. Vittoria coi baby dell’Ischia a parte, dopo la sconfitta nel derby col Francavilla si è rotto qualcosa e non è stato fatto nulla per risistemarlo. Un progetto incrinato. Che ora ha poche possibilità di essere ripreso se non ci sarà una rivoluzione. La squadra non esprime un gioco e se prima arrivavano dei risultati in trasferta a sistemare le cose, ora c’è da registrare due sconfitte contro avversarie abbordabili, dalle quali non era certo lecito attendersi solo un misero punticino. Squadra senza sangue, senza anima e identità tattica. Sarà solo una questione di rinforzi? Se vieni colpito e non reagisci qualcosa di oscuro c’è. Non può essere solo supremazia dell’avversario che, contro avversari discreti, non c’è stata. Mentalità inadeguata, poca grinta e così non si va lontani. A questo punto deve intervenire la società e capire se c’è feeling tra calciatori e tecnico, la cui posizione non può certo essere la stessa di prima. Anzi. Come avevamo anticipato già martedì scorso (nella rubrica Caro Pino..), Pino Giusto è ora il capro espiatorio di tutta la situazione assieme a chi ha fatto la squadra. Rivelatasi priva di gente con carisma e carattere (o meglio attributi). Schiaffi pesanti presi a Torre del Greco, dove è andata in scena l’ennesima prestazione senza attenuanti. Imbarazzante commentare una discesa verticale verso il basso, verso l’anonimato in classifica per ora. Perchè l’emorragia in atto può portare solo ad una Waterloo con il Casarano in casa e dunque poi la fine. Se deve arrivare un direttore sportivo e dei rinforzi per un rilancio è il momento giusto, ma il primo compito sarà quello di accertare se la squadra è compatta con il tecnico Pino Giusto. Stando a quanto ha detto il campo ci potrebbero essere dei dubbi. Non si ci aiuta, reparti lunghi e troppe presunte primedonne. Basta carota. ZServe il bastone. E la piazza (ovvero quei pochi tifosi che ancora restano, dopo un effetto desertificazione figlio di risultati e prestazioni poco edificanti) giustamente rumoreggia contro l’operato del tecnico che senza dubbi ha delle colpe, ma non è certo l’unico colpevole. Certo, nel calcio tocca sempre all’allenatore pagare ma le sopravvalutazioni di alcuni elementi e tanta approssimazione in certe situazioni hanno fatto si che gli ingenti investimenti fatti dalla società siano diventati ora un peso insopportabile. A questo punto bisogna riportare nei binari un treno che sta deragliando. Non è una caccia al colpevole, ma solo la costatazione che a questo punto serve qualcosa che possa scuotere un malato incamminato verso un coma che per ora si chiama anonimato, ma che potrebbe trasformarsi in fallimento di un’altra stagione. Quindi muoversi in fretta e bene. Nel bene del Matera e di Matera.
LE INTERVISTE. TORRE DEL GRECO. Volto tirato e corrucciato. È questo Pino Giusto negli spogliatoi del “Liguori”.
La sconfitta di Torre del Greco pesa nel morale del tecnico lucano, anche perché la sua squadra non è mai entrata in partita con la Turris: “Colpa anche del gol a freddo subito dopo pochi minuti” fa presente l’allenatore lucano.
Una rete regalata dai suoi ai corallini ma che in qualche modo è stata ripagata con un errore simile nella ripresa dai padroni di casa: “E anche in questo caso – ribatte Giusto – non siamo stati capaci di tenerci stretto il risultato e ragionare.
Pochi minuti ed eravamo nuovamente sotto.
Resta qualche dubbio sulla posizione di Longobardi ma non cambia molto, non dobbiamo farci trovare così impreparati pochi istanti dopo aver riagguantato una partita nella quale stavamo decisamente giocando peggio.
Ma nonostante questa il match è stato deciso da episodi, episodi che ci hanno condannato al di la dei nostri demeriti”.
Inizia male il girone di ritorno per il Matera, che dal 2010 può chiedere tante cose: “Certo – afferma il tecnico lucano – dopo il ko con la Turris è decisamente difficile guardare alla classifica. Ma lo faremo con l’umiltà che ci contraddistingue”.
In fondo a marzo c’è la semifinale di Coppa Italia, quello che ha dato anche il risultato di Torre del Greco potrebbe diventare il vero obiettivo del Matera: “Marzo è lontano – ammonisce Pino Giusto – e non possiamo focalizzare i nostri sforzi sono sulla Coppa.
Sarebbe sbagliato, viste le tante insidie che ci sono in tornei difficili come la serie D.
Ripartiamo a lavorare per il campionato ad iniziare da domani con la ripresa degli allenamenti.
Qualcosa deve essere cambiata rispetto alle ultime uscite, anche se non mi sento di puntare l’indice contro qualche singolo.
È la mentalità che deve cambiare altrimenti rischiamo davvero grosso per il futuro”.
Categorico è invece il capitano del Matera, Pasquale Martinelli.
La sua analisi è chiara e fuori dagli schemi classici del calcio: “Ha vinto la squadra che ha avuto più fame – ha detto al termine della gara – e la Turris in questo è stata encomiabile.
I giocatori di Mandragora attaccavano ogni pallone anche sul 3-1, a dimostrazione che volevano ad ogni costo i tre punti”.
E allora Martinelli chiede per se e i suoi compagni “un bel bagno di umiltà per rimetterci subito sulla carreggiata giusta.
Solo così potremo uscire da questo momento no. Non riusciamo più a giocare con la dovuta cattiveria e ovviamente i risultati sono negativi.
Non riesco a giudicare gli episodi che hanno dato la svolta alla gara: sul gol di Longobardi e sul rigore concesso alla Turris mi affiderò alle immagini televisive.
A dire il vero, ritengo fosse più penalty un altro episodio sul 3-1 quando invece l’arbitro ha ammonito Russo per una presunta simulazione.
Ma di certo se continuiamo a giocare in questo modo faremo meglio a guardarci le spalle per non avere brutte sorprese a fine stagione”. Come dire che ora sono più vicino i play out che i play off a cui la società puntava dopo aver abdicato da tempo il discorso per la vittoria finale. Il Matera dovrà discutere sulla prestazione e su cosa vorrà fare da grande, nel senso che arrivare spenti alla semifinale di Coppa non sarà certo la ricetta giusta per salvare una stagione.
an. sa.
QUI PISTICCI: Sfatare il tabù “Michetti” era condizione imprescindibile per tentare la rimonta salvezza. Il Pisticci finalmente lo ha fatto e mister Arleo può finalmente raccogliere la prima soddisfazione sulla panchina gialloble dopo tre sconfitte. “Siamo riusciti a violare il Michetti – spiega il tecnico potentino – e soprattutto a prendere tre punti con una diretta concorrente. Questa gara aveva un immenso valore per noi ed averla vinta ci darà una carica particolare per il prosieguo del campionato. Credo, tuttavia, che bisogna attendere tre o quattro settimane per capire dove può collocarsi questo Pisticci, ma sicuramente le indicazioni di questa gara sono positive. Adesso siamo una squadra e per di più ci sono ampi margini di miglioramento, perché diversi giocatori devono ancora trovare la forma migliore. Godiamoci questa vittoria quale premio per il lavoro che abbiamo svolto, consapevoli che questo gruppo può solo far meglio sotto il profilo dell’intesa e della condizione. Ciò che emerge sin da subito, però, è che adesso non siamo più carenti sotto il profilo dell’esperienza”.
Arleo è soddisfatto dei nuovi innesti: “Cazzarò, che è ancora al cinquanta per cento della sue possibilità, ha gestito alla grande il suo reparto e lì in mezzo rappresenta una pedina fondamentale. D’Aniello è ancora fuori forma, ma ha già mostrato di che pasta è fatto. Parente era fermo da novembre, ma si è mosso bene fino a quando è rimasto in campo. Lo stesso Lupacchio veniva da un lungo infortunio e deve trovare la condizione. Per ora, comunque, va bene così”.
Nonostante le tante novità, tuttavia, ha deciso la partita un “senatore” del Pisticci. Il difensore Di Maria veste per il terzo anno la maglia gialloble. “Sono particolarmente soddisfatto – dice Arleo – per il gol di Vincenzo, perché glielo avevo predetto. E’ tutta la settimana, infatti, che proviamo a sfruttare la sua buona tempistica negli inserimenti su calci piazzati. Gli ho detto che lui deve credere in questa dote e provare a sfruttarla soprattutto sui calci d’angolo. E’ andata bene. Magari è il segno che qualcosa sta cambiando”. E’ tutt’altro che soddisfatto mister Francioso al termine della gara con il Pisticci. La sua squadra, dopo aver dato segni di ripresa a ridosso della rivoluzione di dicembre, ha aperto il 2010 con un trend molto negativo, per aver perso due scontri diretti in altrettante gare. Il rammarico è per il modo in cui la sua squadra è rimasta a bocca asciutta. “Domenica scorsa a Pomigliano – dice Francioso – abbiamo lasciato i tre punti senza subire nemmeno un tiro in porta. Con il Pisticci è accaduto qualcosa di simile. I nostri avversari hanno creato pochissimo. Sicuramente meno di noi, che nel primo tempo ci siamo costruiti qualche buona occasione. Saremmo dovuti essere più concreti ed invece non siamo riusciti a passare in vantaggio”. Nella ripresa, però, il Francavilla non si è fatto vedere lì davanti, pur avendo avuto l’occasione per il pareggio allo scadere. “A noi – spiega Francioso – sta mancando un uomo di riferimento lì davanti. Non è un caso, infatti, che Malagnino abbia giocato da prima punta pur non avendone le caratteristiche. E’ chiaro che alla lunga procurarsi delle occasioni diventa difficile. Poi il resto lo fanno gli episodi e quelli di oggi ci sono sfavorevoli. Avremmo potuto realizzare almeno un gol, forse ci stava un rigore per noi (molto discutibile ndr), ma invece è arrivata la rete del loro vantaggio che ci ha un po’ tagliato le gambe. Sapevamo – che la lotta salvezza sarebbe stata dura e siamo consapevoli di dover lottare fino all’ultima giornata”.
r.d.a.
QUI FRANCAVILLA: FRANCAVILLA – Pareggio con il risultato di 1-1 tra Francavilla e Sant’Antonio Abate, due squadre distanti in classifica di soli tre punti. Una gara che alla vigilia si annunciava molto combattuta e così è stata. Sinnici senza Di Giorgio e De Santo squalificati. «Nel primo tempo – dice l’allenatore del Francavilla Lazic – siamo stati bravi a passare in vantaggio, poi abbiamo perso l’occasione di fare la rete del due a zero, sbagliando spesso l’ultimo passaggio, sprecando delle ghiotte occasioni». Francavilla che era passato in vantaggio al 10’ del primo tempo, con il centrocampista Manzillo, bravo di testa ad anticipare tutti in area su calcio d’angolo battuto da Di Senso. Per gli ospiti la buona occasione per pareggiare arriva al 39’, quando il direttore di gara concede il calcio di rigore per un contatto in area tra Gioia e Della Femina. Dal dischetto però, Maffucci spedisce la palla alta sulla traversa. «Nel secondo tempo – continua il tecnico serbo – la mia squadra non ha disputato una buona partita, e loro sono stati bravi a metterci in difficoltà, giocando delle palle alte, soprattutto dalle rimesse laterali, con Di Vincenzo che era infortunato e non riusciva a saltare per prendere la palla, e in una di queste occasioni abbiamo preso goal». Al 15’ della ripresa, i campani pervengono al pareggio. Sul calcio d’angolo di Della Femmina la palla carambola sulle gambe del centrocampista Verdesca per la più classica delle autoreti. Il pareggio carica gli ospiti che un minuto dopo, esattamente al 16’ vanno vicinissimi al raddoppio, ma il portiere Masi, appena subentrato all’infortunato Di Vincenzo, compie un vero e proprio miracolo su un colpo di testa di Temponi, con un colpo di reni nel deviare a lato la palla. «Mi dispiace molto – continua Lazic – non aver portato al termine la gara con i tre punti in tasca. La colpa è tutta nostra, che non siamo stati bravi ad approfittare delle buone occasioni avute, soprattutto al 93’ con Fusco, che si è ritrovato sui piedi la palla della vittoria, ma ha malamente sprecato. Peccato, per una ragazzo che gioca la sua seconda partita e che con la rete avrebbe sicuramente avuto una grande fiducia nei propri mezzi. La gara è andata così – conclude – speriamo di rifarci domenica prossima». A fine match, commento anche da parte del tecnico del Sant’Antonio Abate Di Nola: «La mia squadra – dice – ha giocato una buona gara, su un terreno di gioco ostico, dove molte squadre hanno avuto difficoltà. I miei ragazzi, hanno creato delle buone trame di gioco rendendosi pericolosi in più di una occasione. E’ stata una gara giocata a viso aperto da tutte e due le squadre, che hanno cercato fino alla fine di vincere questa partita». Sant’Antonio Abate con tre assenze per squalifica; Sekkoum, Itri e Coccorullo, ma che ha avuto le sue buone occasioni per vincere la gara. «Alla fine – termina l’allenato abatese – credo che il pareggio sia stato il miglior risultato, per quello che si è visto in campo».
Claudio Sole
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