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«Dare vita ad un movimento di liberazione della società civile dalla ‘ndrangheta». È l’appello che il procuratore capo di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone (in foto), lancia in un’intervista pubblicata sulle pagine di Mezzogiorno Economia del Corriere della Sera. Un appello che l’alto magistrato rivolge anche alle grandi imprese del Nord: «negli ultimi vent’anni – dice – sono state loro a realizzare le grandi opere avviate in questa regione e non mi sembra che siano state protagoniste di gesti di resistenza alle dinamiche ‘tipichè dell’economia calabrese. Eppure dalle carte processuali emerge con chiarezza che la ‘ndrangheta, sugli appalti pubblici, ha sempre riscosso la ‘tassa di ambientè del tre per cento».
Alla domanda sulle iniziative sorte dopo l’omicidio Fortugno, con la nascita del movimento Ammazzateci Tutti e di recente con la campagna promossa da Confindustria contro il pizzo, il procuratore Pignatone ammette che «negli ultimi mesi ci sono state alcune denunce di vittime di usura ed estorsioni: per il momento parlerei di piccoli segnali positivi in una situazione ancora estremamente difficile». Nell’intervista il procuratore capo di Reggio sui fatti di Rosarno aggiunge che «allo stato non ci sono elementi sufficienti per pensare ad una regia occulta della ‘ndrangheta in questi scontri. Ma è indubbio che nemmeno lo si possa escludere: nella Piana di Gioia Tauro la presenza delle cosche è da sempre fortissima».

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