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POTENZA – «Quando insegnavo matematica a scuola dicevo a qualche alunno: tu sei alto 0,176. Lui replicava che non era vero, ma io gli rispondevo: cosa ne sai? Mica ti ho detto qual è l’unità di misura utilizzata per il mio calcolo?». Con questo semplice esempio Angelo Nardozza (presidente dell’Aato Basilicata), dopo la conferenza stampa organizzata nella sede di Acquedotto lucano a Potenza, spiega il probabile errore di calcolo che potrebbe aver causato l’ingiustificato allarme degli ultimi giorni sulla qualità dell’acqua lucana.
Una polemica – come sottolineato dal direttore di Acquedotto lucano, Gerardo Marotta – «che ci ha solo amareggiato. Qui ci sono professionalità elevatissime e l’azienda ha fatto notevoli investimenti per garantire ai consumatori la qualità dell’acqua. Preferiamo bloccare – come è accaduto lo scorso anno a San Fele – l’erogazione piuttosto che mettere in rete acqua la cui qualità non sia garantita».
Per dimostrare la volontà di rendere assolutamente trasparente tutti i dati, ieri Acquedotto lucano ha aperto alla stampa i suoi laboratori. Guidati dalla responsabile della direzione di Vigilanza igienica, Rosanna Brienza, i presenti – tra camici bianchi e ampolle – hanno potuto visionare tutte le attrezzature che servono per l’analisi chimica e batteriologica dell’acqua lucana.
«In questo momento – hanno dichiarato Marotta e Nardozza – noi vogliamo solo fare chiarezza e vogliamo che i lucani abbiano fiducia in quello che facciamo. In questi sei anni abbiamo lavorato molto, guadagnandoci anche le critiche dei sindaci dei comuni che pian piano entravano sotto la nostra gestione. Ma altra cosa è mettere in dubbio la professionalità di persone che fanno controlli su controlli in diversi punti del territorio: dai fontanini (ben 1.310) alle sorgenti (508), dai serbatoi (1.676) ai rubinetti interni delle principali strutture pubbliche (44). In tutto 3.705 punti di controllo che ci permettono di dire che l’acqua lucana è di buona qualità. E se non bastasse il nostro parere, ci sono anche i controlli esterni: quelli del Sian (organismo di controllo nazionale) e quelli di Altroconsumo che, solo pochi mesi fa, ha dichiarato che l’acqua di Potenza è la migliore d’Italia. E poi i dati dell’Istat che dimostra come i lucani sempre più si fidano dell’acqua che esce dai loro rubinetti. Insomma, l’acqua lucana rientra perfettamente e nettamente nei limiti imposti dalla legge sia per quanto riguarda gli invasi sia per la rete di distribuzione locale».
«Noi non ci occupiamo solo di distribuire l’acqua – precisa Marotta – ma anche dei parametri di qualità. Io dico solo una cosa: capire i dati delle diverse analisi non è cosa che possono fare tutti. Una “m” scritta in greco invece che in caratteri italiani significa ridurre di mille volte un valore». E forse potrebbe essere questo il problema: un errore nella lettura dei dati dell’Arpab che – precisa Marotta «sono perfettamente identici ai nostri. Vogliamo lanciare un messaggio rassicurante: la nostra acqua non solo è nei parametri, spesso è ben al di sotto anche per quanto riguarda gli invasi. E il merito non è il nostro: noi stiamo semplicemente gestendo una risorsa che è di alta qualità già in origine. Si consideri, inoltre, che il 70-80% dell’acqua immessa in rete è di sorgente, solo il restante proviene dagli invasi i cui parametri, comunque, sono ben al di sotto dei limiti».
Antonella Giacummo
a.giacummo@luedi.it
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