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La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio di 39 dei 40 indagati dell’inchiesta Poseidone sui presunti illeciti nella gestione della depurazione in Calabria. Tra gli indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio c’è l’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti (nella foto); l’ex assessore regionale all’ambiente, Domenico Basile, e l’ex subcommissario per l’emergenza ambientale, Giovambattista Papello. L’indagato per il quale è stato chiesto il proscioglimento è Stefano D’Argenzio. La rinchiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal procuratore aggiunto della Repubblica di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, e dal sostituto Paolo Petrolo. Il fascicolo è stato trasmesso all’ufficio del Gip ed è stato assegnato al giudice Maria Rosaria Di Girolamo.
Le accuse contestate, a vario titolo, agli indagati, sono associazione per delinquere, concussione, falsità ideologica, truffa e turbativa della libertà degli incanti. L’inchiesta Poseidone fu avviata nel 2005 dall’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, al quale fu revocata dall’allora procuratore Mariano Lombardi dopo l’invio di una informazione di garanzia al senatore Giancarlo Pittelli. Lombardi motivò la sua decisione con il fatto di non essere stato informato preventivamente dell’informazione di garanzia. L’inchiesta fu poi affidata al sostituto procuratore Salvatore Curcio e successivamente al procuratore aggiunto Borrelli ed al sostituto Petrolo.
Nel corso delle indagini preliminari la Procura ha avanzato alcune richieste di archiviazione, tra cui quella per il senatore Pittelli, sulle quali è in attesa la decisione del Gip. È stato effettuato anche lo stralcio di alcuni filoni d’indagine, tra cui quello che riguarda il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, che è stato trasmesso alla Procura di Roma competente per territorio ad indagare

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