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Una lettera indirizzata al vescovo di Oppido-Palmi, monsignor Luciano Bux, dopo i fatti di Rosarno, è stata inviata dall’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Marcianò (in foto), nella quale è scritto: «Sento il bisogno di esprimerle tutta la vicinanza e la solidarietà mie personali e dell’intera diocesi di Rossano-Cariati. Da anni la Chiesa di Oppido-Palmi, impegnata con coraggio nella testimonianza e nell’annuncio evangelico all’interno di un difficile contesto sociale, ha ripetutamente denunciato l’insostenibile condizione di tanti fratelli immigrati, sfruttati e mortificati nella loro dignità di persone umane. È triste dovere constatare che la Chiesa in questa nostra terra è «voce che grida nel deserto»; è il deserto di un mondo che chiude gli occhi e il cuore di fronte al dramma della povertà e dell’ingiustizia in una specie di stordimento delle coscienze».
Monsignor Marcianò ricorda che ieri Benedetto XVI, nel suo Angelus, ha invitato «a ripartire dal cuore del problema». «Egli – scrive – ci ha ricordato che «un immigrato è un essere umano, differente per provenienza, cultura, e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare, nell’ambito del lavoro, dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita»».
Unendomi a lei – aggiunge Marcianò – prego affinchè ogni forma di violenza venga superata e i cuori di tutti siano resi capaci di guardare il volto dell’altro e a scoprire che egli ha un’anima, una storia e una vita e che Dio lo ama come ama me».

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