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Sulla vicenda relativa alla protesta di centinaia di extracomunitari a Rosarno, iniziata ieri sera con una serie di danneggiamenti ed episodi di violenza, arrivano numerose le reazioni dal mondo politico.
MARONI – «A Rosarno c’è una situazione difficile come in altre realtà, perchè in tutti questi anni è stata tollerata, senza fare nulla di efficace, un’immigrazione clandestina che ha alimentato da una parte la criminalità e dall’altra ha generato situazione di forte degrado». Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, in un’intervista parla della rivolta degli extracomunitari ieri sera in Calabria: «Stiamo intervenendo con i mezzi e i tempi necessari – spiega – per ora abbiamo fatto una cosa molto importante, cioè porre sostanzialmente fine all’immigrazione clandestina: a poco a poco riporteremo alla normalità le situazione che lo richiedono».
LA RUSSA – «Troppa tolleranza verso i clandestini». Lo ha affermato al Tg2 il ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «Lo Stato – dice La Russa – ha il dovere di fare rispettare le leggi, di fare rispettare le regole. Non può esserci tolleranza, specie per chi usa la violenza in maniera così evidente, per il solo fatto che è un immigrato. Anzi – conclude – credo che il degrado sia proprio derivato dalla troppa tolleranza nei confronti dell’immigrazione clandestina di questi ultimi anni».
GASPARRI – «L’eccesso di immigrazione clandestina causa degrado, sfruttamento degli stessi immigrati e disordini. Respingiamo con fermezza le risibili accuse dell’opposizione. Le leggi contro l’immigrazione clandestina e per la sicurezza fatte dal governo sono giuste». Lo afferma il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, riferendosi alla rivolta degli immigrati a Rosarno, in Calabria. «Occorre semmai – sostiene Gasparri – essere più rigorosi nell’applicazione di queste leggi che devono integrare chi lavora onestamente e portare all’espulsione immediata di chi entra illegalmente. Esattamente la politica che fa il centrodestra in Italia»
BUTTIGLIONE – «Le drammatiche vicende in corso a Rosarno, per le quali auspichiamo responsabilità e buon senso, dicono che sta succedendo quello che da tempo noi denunciamo come una minaccia che si sta addensando all’orizzonte della società italiana. Teniamo tra di noi una massa di uomini che non hanno nessun riconoscimento legale della loro esistenza e della loro dignità».
Lo dice il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, che aggiunge: «Abbiamo voluto far venire tra noi braccia per i nostri lavori ma non possiamo ignorare che con le braccia sono venuti uomini. Se trattiamo le persone come braccia senza dignità il risultato può essere l’accumulo di frustrazione, risentimento e odio che porta all’accendersi di conflitti. Possibile che in Italia non si riesca a portare aventi una seria politica dell’immigrazione?».
Una politica, conclude Buttiglione «fuori del superficiale buonismo delle porte aperte, ma anche fuori dall’incentivare la paura e dal rifiuto di riconoscere la realtà, cioè che abbiamo bisogno di immigrati e che quindi dobbiamo considerarli esseri umani? Se non lo faremo avremo sempre più sul nostro territorio una massa di disperati consegnati all’illegalità. Una ricetta c’è: occorre ben valutare i flussi, aprendo le porte all’immigrazione legale, combattere l’immigrazione clandestina, dare il permesso di soggiorno a chi già vive e lavora in Italia, favorire le iniziative per la comprensione e la condivisione della nostra cultura».
LOIERO – «La provocazione c’è stata ma la risposta degli immigrati è inaccettabile». E’ il commento del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero: «E’ il frutto di un clima di intolleranza xenofoba e mafiosa che non riguarda ovviamente la popolazione di Rosarno, giustamente allarmata per la situazione di tensione che si è determinata con la rivolta degli extracomunitari sfruttati, derisi, insultati e ora, due di loro, feriti con un’arma ad aria compressa. Auspico – ha detto ancora Loiero – che dal ministero dell’Interno arrivi una forte iniziativa che tutelando i cittadini di Rosarno, perchè sono intollerabili gli atti di vandalismo, tuteli anche quei tanti disperati contro cui per la seconda volta si è indirizzata la violenza criminale. Il fuoco della rivolta, sebbene va condannata ogni forma di violenza, nasce da queste premesse. Per questo mi auguro, intanto, che la rivolta rientri al più presto. E subito dopo, al di là delle singole responsabilità, che qualcuno finalmente si occupi di questa massa di lavoratori costretti a vivere in condizioni disumane».
FONDAZIONE MIGRANTES – Le violenze a Rosarno rappresentano «il secondo segnale preoccupante di un territorio che reagisce al mondo dello sfruttamento, dopo qello sul Litorale Domizio in Campania». A parlare è il direttore della Fondazione Migrantes, don Giancarlo Perego, per il quale «ancora una volta è emersa una forte carenza della presenza della realtà sociale a tutela dei diritti dei lavoratori». In quel territorio vige, ha osservato, «una situazione di sfruttamento inaccettabile, con paghe irrisorie, una parte delle quali viene estorta da intermediari». «La tutela dei lavoratori – afferma don Perego – è un’esigenza fondamentale alla quale l’intera società italiana e in particolare le istituzioni debbono guardare con più attenzione».
COMMISSARIO PREFETTIZIO DI ROSARNO, BAGNATO – «La situazione è grave, è pesante. Ho parlato con i migranti e ho detto loro che faremo tutto il possibile per proteggerli. Ma ho anche specificato che non devono confondere l’attacco da parte di singoli con l’atteggiamento di tutta la cittadinanza».
A parlare è Domenico Bagnato, commissario prefettizio a Rosarno: «Ho detto loro – ha aggiunto Bagnato – di non confondere l’azione delinquenziale di pochi dalla disponibilità della maggioranza degli abitanti di Rosarno. Ora la situazione è grave perchè un qualsiasi altro incidente potrebbe innescare nuove tensioni. Sono preoccupato per la reazione violenta degli immigrati. Il problema qui è che questi migranti vengono sfruttati con l’alibi che la crisi dell’agricoltura non permette di utilizzare manodopera regolare». «Il nostro problema – conclude – è fornire una assistenza di carattere sanitario a queste persone e negli ultimi mesi abbiamo fatto tutto il possibile, fornendo bagni chimici, container collegati con la rete idrica e le fogne. Ma rimane una tensione altissima con la popolazione».
VENTRE – «Quello che sta succedendo a Rosarno è intollerabile e la cittadinanza non lo accetta più». Lo ha detto, parlando con i giornalisti, l’ex assessore alla Protezione civile del Comune di Rosarno, Domenico Ventre, sciolto nel gennaio del 2008 per infiltrazioni mafiose.
«Gli immigrati che vivono nel nostro comune – ha aggiunto Ventre – sono continuamente assistiti e aiutati e la loro reazione di fronte all’episodio isolato che è successo ieri è assolutamente sproporzionata. Non possiamo accettare che queste persone devastino il nostro paese suscitando una situazione di paura tra gli abitanti. Mi auguro che tutto questo si concluda al più presto e che si capisca che la cittadinanza ha gli stessi diritti degli immigrati».
TRIPODI – «Che la situazione nella piana di Gioia Tauro fosse intollerabile, esplosiva, lo avevamo ribadito proprio due giorni fa alla vigilia del vertice in Prefettura a Reggio presieduto dal ministro dell’interno Maroni, invitando lo stesso rappresentante del governo Berlusconi a dedicare un’ora del suo tempo per toccare con mano la problematica e, proprio ieri, in concomitanza con il vertice in prefettura, a Rosarno è scoppiato letteralmente il caos».
Ad affermarlo è Michelangelo Tripodi, assessore regionale, segretario regionale e responsabile Mezzogiorno del Pdci: «Sparatorie, feriti, scontri tra immigrati africani e forze dell’ordine. Scene di guerriglia urbana – prosegue Tripodi – intollerabili per una società civile e conseguenza diretta della sconcertante e disumana politica fondata sui respingimenti degli immigrati e sull’introduzione del reato di clandestinità portata avanti dal governo Bossi-Berlusconi e personalmente dal ministro Maroni. Siamo stati purtroppo tristi profeti di una situazione insostenibile e vergognosa. Quello che è successo ieri e sta continuando a succedere oggi a Rosarno è di una gravità assoluta ed è, a dir poco, disarmante e vergognoso che di fronte a tutto questo il ministro Maroni proprio questa mattina ha parlato di situazione difficile quella che si vive nella piana di Gioia Tauro, così come in altre realtà, determinata dal fatto che in tutti questi anni è stata tollerata, senza fare nulla di efficace, una immigrazione clandestina che da un lato ha alimentato la criminalità e dall’altro ha generato situazioni di forte degrado come quella di Rosarno».
«Bisogna togliere dal dizionario l’equazione per cui immigrazione vuol dire criminalità – conclude Tripodi – continuando a scaricare, così come sta facendo il Governo Berlusconi, il malessere generalizzato che si respira nel Paese sulle spalle degli extracomunitari identificati come il nemico da cacciare o da sfruttare. Serve invece un forte impegno civile e politico che porti ad un cambiamento repentino di rotta, promuovendo una legge adeguata che tuteli diritti e doveri degli immigrati».
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