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«I professori, Pdci, Prc, Verdi, parte di Idv, Mpa e socialisti sono con me. Ed ho anche pronta una “lista del presidente”. Per me le grandi alleanze hanno grande importanza. Certo, anch’io voglio l’Udc. E’ una delle famiglie della diaspora di cui ho fatto parte però lì, secondo me, c’è già l’accordo con il centrodestra e si parla già degli assessori. Sarebbe il partito ideale per me, ma questo non significa che bisogna disperdere le energie che sono state accanto a me». A dirlo è stato il presidente della Regione, Agazio Loiero, partecipando, a Lamezia Terme, ad una iniziativa promossa dai suoi sostenitori per avviare la campagna per le primarie del Pd. Quella delle primarie, ha sostenuto Loiero avanzando una “ipotesi di terzo tipo», è «una battaglia importante. Se si fa un braccio di ferro contro di me e se io impazzissi improvvisamente, anche se non lo farò, e me ne andassi lasciando tutto così, si sgretolerebbe un mondo di una quantità di consensi che supererebbe quello dell’Udc. Quella per le primarie è una battaglia difficile e ritengo Bova il candidato più agguerrito. È stato con me cinque anni e ieri glielo ha ricordato anche Sandro Principe. È una bella battaglia che dobbiamo fare tutti. È importante e particolare perchè, drammaticamente, è tutta interna. Vi chiedo di non lasciarmi solo. C’è una sorta di congiura, un fronte, che va contro di me e contro tutto ciò che rappresento. Se staremo tutti insieme e vigili ce la faremo. La battaglia che farò in Consiglio regionale sarà per l’eliminazione del listino e sarò disposto ad immolarmi perchè il listino è qualcosa di folle». «In passato – ha proseguito Loiero – i voti non li ho presi usando il potere, ma facendo battaglie. Io nell’urna, grazie a voi, ho trovato sempre più voti di quelli che mi aspettavo. Anche quando è andata male, mi è andata bene. Ce la possiamo fare perchè ci sono equilibri in tutti i territori e noi dilateremo a dismisura la vigilanza e non ci faremo prendere in giro da nessuno». Loiero, quindi, parlando del candidato del Pdl, Giuseppe Scopelliti, ha sostenuto che «è depositario di una cultura disgregatista e non ci piace nemmeno come amministra. Sono spaventato che questa parte politica del centrodestra vinca le elezioni. Scopelliti è il tipico re borbone, con il rispetto per alcuni re borboni che non sono stati valutati dalla storia, con le tre effe: festa, farina e forca. In due anni e mezzo che ha fatto l’assessore regionale è venuto a Catanzaro quattro o cinque volte. Ecco perchè, se fosse stato un altro il candidato della destra avrei pensato che se vinceva Loiero o un altro sarebbe stata la stessa cosa. Con lui, invece, non è così. In Calabria non c’è bisogno di un presidente che diventi punitivo per le altre province».
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