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di ANTONELLA CIERVO
UN aumento pari a quasi quattro volte il costo iniziale per servizi non meglio specificati. E’ stata questa l’amara sorpresa di Giovanni Di Lecce, imprenditore agricolo che ha scoperto da una comunicazione di Poste Italiane che il costo annuale della sua casella postale, presso la sede centrale di via Passarelli a Matera, era cambiato da 43 euro annuali del 2009, a 150 nel 2010.
«Ho chiesto spiegazioni per comprendere meglio quali fossero le migliorìe rispetto all’anno scorso, ma il riferimento è stato alla comunicazione ufficiale che avevo avuto il 15 dicembre da Poste Italiane. Tocca a me, ora, decidere se confermare o meno questo servizio».
Nella lettera si legge, tra l’altro, che Poste Italiane “Ha effettuato una rivisitazione del servizio Caselle Postali con l’obiettivo di offrire servizi in linea con i bisogni del mercato – e prosegue illustrando – la possibilità di avvalersi gratuitamente di tutti i servizi accessori”. In questo senso il riferimento è all’utilizzo della Casella Postale fino a due familiari, con la gestione della corrispondenza in arrivo e l’immissione di fax in casella postale attraverso un numero ad hoc messo a disposizione dall’ufficio postale competente”.
Un po’ poco, in effetti, per chi utilizza un comodo servizio come la casella postale dove, al massimo, potrà ricevere anche i fax a lui destinati. Premesso che l’utilizzo del sistema del fax, come strumento di comunicazione, risulta ormai superato dalla posta elettronica, l’estensione a due familiari della disponibilità della cassetta, rappresenta un “bonus” francamente riduttivo per giustificare un aumento talmente considerevole.
E’ d’accordo anche Di Lecce che non riesce ancora a comprendere le ragioni di una politica così incomprensibile della società.
Sulla vicenda si esprime anche Giuseppe Cotugno, segretario di Federconsumatori che spiega: «Domani ci metteremo in contatto con la direzione di Poste Italiane per comprendere meglio la vicenda, per un chiarimento più dettagliato.
Verificheremo se ci sono le condizioni per effettuare un reclamo o la richiesta di conciliazione.
Quella giunta al sig. Di Lecce, infatti, ci sembra una comunicazione assolutamente generica e merita un approfondimento».
All’imprenditore agricolo, secondo quanto previsto dalla legge, restano poco più di due settimane, complessivamente un mese dalla data di ricezione della lettera di Poste Italiane (15 dicembre), per decidere se accettare o meno una variazione di costi così esagerata.
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