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di RUGGERO PEGNA
“Finalmente, qualcuno ha avuto il coraggio di spaccare la faccia a Berlusconi. Peccato che non sia stato ammazzato!” Sì, è duro ammetterlo, ma nell’Italia campione del mondo, che si commuove con Maria De Filippi, canta con Gigi D’Alessio e ride con Checco Zalone, c’è chi ha detto ciò, firmandosi, compiacendosene e ricevendo le congratulazioni di chi, non osando tanto, si è limitato a condividere la gioia per l’eroico gesto su facebook. Ragazzi di quattordici, quindici anni, hanno inondato Internet, esultando con messaggi inneggianti alla violenza, a Piazza Loreto, alla forca. “A casa mia non si arriva a fine mese, a morte Berlusconi!” Se i genitori gli hanno detto così per non comprargli il motorino ed il figlio pensa che sia giusto volerlo morto, perché scandalizzarsi? Nel nuovo modello di famiglia italiana, ognuno è libero di pensarla a modo suo, a cominciare dal bambino! “Democrazia e libertà”, urlano in tanti, dotti, medici e sapienti. “Ho studiato il libro di storia e Berlusconi è come Mussolini, Hitler, Videla e Saddam!” Se una ragazza scrive in questo modo, il professore le avrà fatto leggere un libro di fantascienza, di Di Pietro o di Travaglio? Escludendo Di Pietro per problemi con l’italiano e Giulio Verne perché non si occupava di fantapolitica, non dovrebbero esserci dubbi nella risposta. Quante domande ci pone la rete trasformata in una tonnara! Nell’epoca dei mutamenti climatici e ambientali, in cui tutto cambia e nulla è più secondo logica e natura, si può dire tutto e il suo contrario, allo stesso tempo. Basta che frutti soldi, successo e un po’ di consensi. In un mondo fatto di media e apparenza, la sostanza non serve e si scioglie insieme ai ghiacciai, per colpa della temperatura che cresce nell’atmosfera, nella società e nella politica. L’importante è urlare, generare dubbi, insinuare, travagliare. Chi voleva le donne in politica e difendeva le prostitute, oggi definisce prostitute le donne che fanno politica. Per costoro Spatuzza è il nuovo San Paolo, Berlusconi il diavolo e la democrazia è il governo di chi perde le elezioni. Il mondo cambia ed anche in fretta. S’invertono termini e ruoli. Magistrati fanno politica, giornalisti le sentenze, politici i magistrati. Il fine giustifica i mezzi, diceva qualcuno, senza temere che certi mezzi possano giustificare la fine. La verità è d’altri tempi e quella che serve, ai giorni nostri, va trovata nei talk show, nelle arene televisive o sui ring di wrestling o Anno Zero, dove è permesso tutto e dove l’arbitro sa già chi deve far vincere, perché è pagato per quello. In un mondo, in cui chiunque può scegliere per professione di odiare qualcuno e viverci di lusso, emanando sentenze inappellabili senza che i veri magistrati si ribellino, è normale che un folle aspiri a diventare eroe e un ex magistrato, che eroe si sente già, lo difenda. Un tempo, la democrazia e la libertà, dopo aver conosciuto guerra e dittatura, erano un bene di tutti, concetti chiari. Chi vince le elezioni governa, chi perde fa l’opposizione, poi si torna a votare e, magari, si cambia! A pensarci bene, negli ultimi quindici anni ciò accade più di prima, eppure c’è chi vede dittatori e dittature, da ammazzare e abbattere. “Democrazia e libertà.” Urla ancora più forte qualcuno. Tartaglia crede che siano entrambe a rischio e le difende. Travaglio ci crede un po’ meno, ma deve difenderle per contratto. In questo strano momento, in cui diminuisce il lavoro e aumenta la povertà, c’è chi si è inventato un mestiere da ricchi, l’ “Acchiappafantasma”. Invece di tanti innocui spiritelli, uno solo, Premier e cattivo! Un mestiere che piace a Santoro perché fa audience più dei vampiri di Twilight. Il mondo sta cambiando, s’invertono le stagioni e le temperature, si sciolgono i ghiacciai, cambiano pure l’Italia e l’italiano, i significati di verbi e parole. Travagliare, ad esempio, può sostituire in un colpo solo sinonimi obsoleti come travisare, deformare, distorcere o definire nuove patologie, come ammalarsi di linfoberluscoma acuto. Chi travaglia è consapevole di dire bugie o di doverle costruire ma, ben sapendo che al posto del naso cresce il conto in banca, la puntata cominci lo stesso. Fin quando Silvio c’è, meno male anche per lui e lo share! Attenzione, però, a non esagerare. Santoro lo curi e consigli, per evitare che il fantasma cattivo, alla fine, sparisca davvero e debbano inventarsi entrambi un nuovo mestiere.
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