X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

di ANTONELLA CIERVO
L’INFAME, nel gergo della malavita organizzata, è colui che attraverso la delazione o l’ingiuria vera e propria, getta fango sul boss di turno e ne rovina la reputazione. All’infame, di solito, si riserva il trattamento adeguato: nel peggiore dei casi la morte, in alternativa un avvertimento da non sottovalutare.
Era questo forse lo scopo di Nico Ragone, pregiudicato di 37 anni di Scanzano che ha aggredito Giovanni Zuccarella, 60 anni tentando di colpirlo con un coltello.
Voleva punirlo per aver, in qualche modo, contribuito all’arresto di Gerardo Schettino, il pregiudicato arrestato qualche giorno fa nell’ambito dell’operazione Agroracket e accusato di aver chiesto un “pizzo” di 12 mila euro (poi ridotti a 8000) a un imprenditore agricolo.
Ieri sera verso le 20 Ragone ed alcuni amici si trovavano nel bar Due Monelli, accanto all’abitazione di Zuccarella, quando la figlia dell’uomo è rientrata a casa.
I commenti sulla vicenda di Schettino, cominciati già all’interno del locale, sono proseguiti all’esterno con offese nei confronti della donna continuate davanti al portone che si era chiuso alle sue spalle.
Zuccarella, tornato a casa circa mezz’ora dopo, si è recato nel bar per chiedere spiegazioni all’uomo che, per tutta risposta ha estratto un coltello e ha tentato di colpirlo mentre i suoi amici cercavano di fermarlo.
La prontezza di spirito della figlia di Giovanni Zuccarella ha contribuito ad evitare il peggio anche se le intenzioni di Ragone non sembravano per nulla ridimensionate dal momento che ha tentato in più occasioni di portare a termine il suo “compito”.
Prima che sul luogo giungessero le auto della Squadra Mobile e del Commissariato, l’uomo si è allontanato ed è rientrato a casa, inseguito dalla Polizia.
Impossibile, in un primo momento, entrare nell’abitazione davanti alla quale Ragone ha liberato il suo cane, un terranova, tentando di impedire l’ingresso degli agenti i quali, comunque, lo hanno raggiunto e arrestato per tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale e porto illegale di arma da taglio.
L’uomo è stato trasferito nel carcere di Matera.
Adesso è a disposizione del pm Annunziata Cazzetta che dovrà convalidarne l’arresto.
A poche celle di distanza, nello stesso penitenziario, c’è Gerardo Schettino che continua a dichiararsi innocente.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE