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di PIERANTONIO LUTRELLI
Da quando il mattatoio comunale di Policoro, nella metà dello scorso luglio ha chiuso i battenti, la zootecnia del comprensorio Basso Sinni – Metapontino e nord Calabria è in ginocchio.
I tanti allevatori hanno perso un importante e unico riferimento dove poter macellare il bestiame prima di fornirlo alle tante macellerie e catene della distribuzione presenti nel materano. Ora i capi di allevamenti destinati alla macellazione, bovini, suini e ovicaprini, vengono venduti a prezzo stracciato da commercianti campani e calabresi. La zootecnia senza certezza del reddito, ossia priva di uno sbocco di mercato soddisfacente in quanto remunerativo dal punto di vista economico, sta morendo.
Vediamo di spiegare cosa accadeva fino allo scorso luglio. Gli allevatori portavano il bestiame nel mattatoio di Policoro, sito in via Puglia verso la periferia della città, lo macellavano e lo consegnavano mediante camion frigorifero ai dettaglianti. Pertanto, nel territorio si consumava carne locale. Contenti i macellai perché con gli allevatori del posto avevano un rapporto di prossimità. Contenti i consumatori, la cui carne acquistata aveva una tracciabilità locale. E contenti, appunto, gli allevatori che avevano dove conferire il bestiame. Ebbene, questo circolo virtuoso si è spezzato con la chiusura del mattatoio di Policoro. Ora c’è chi vende male e fuori regione e c’è, chi, caparbio cerca seppur con mille difficoltà di macellare sempre in Basilicata al fine di non disperdere nel nulla la rete commerciale per il conferimento della carne, creata con anni di sacrificio. Ad esempio c’è chi si reca a Sant’Arcangelo; poi c’è qualcuno che va a Stigliano ed a San Giorgio Lucano. Si tratta di mattatoi limitati dove si possono macellare solo venti Ugb al mese, quindi massimo venti bovini, cento suini ecc. A Tursi, gli allevatori di bestiame bovino sono in difficoltà. Idem a Colobraro, dove c’è un allevamento suinicolo di oltre millecinquecento capi all’anno. Ci sono bovini anche a Scanzano, Nova Siri, Craco e Policoro. A soffrire punti vendita diffusi che devono per forza di cose rivolgersi altrove. Ma come mai il mattatoio è chiuso?
Pare che la decisione sia stata presa a causa della mancanza di manutenzione, che dopo anni di attività si rende necessaria. A gestire la struttura sin dal 1998 è stato Salvatore Conte, da sempre nel settore zootecnico, titolare anche di un’attività di vendita con consumo in loco, a Nova Siri scalo, sulla statale 106 Jonica. Per gli allevatori resterebbero aperte, in linea teorica, anche le possibilità di macellare a Senise, dove c’è un mattatoio privato, e a San Paolo Albanese se solo questo, di nuova costruzione aprisse i battenti. Felici della chiusura della strutura policorese, per ovvie ragioni solo i residenti dell zona, a volte lamentatisi per il cattivo odore proveniente dall’attività di macellazione.

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