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di ANTONIO CORRADO
Un giovane di 35 anni rischia la vita, per la suoneria molesta di un telefonino. Potrebbe essere questa, infatti, la causa della rissa scoppiata fra tre giovani del posto, martedì sera nel bar della stazione di servizio Agip Bergamotta di Policoro. Il camionista Giuseppe Brasile lotta tra la vita e la morte all’ospedale “San Carlo” di Potenza, dove è stato ricoverato d’urgenza per gli effetti devastanti di una coltellata, che sarebbe stata sferrata dal 36enne policorese pregiudicato, Felice Ferrara, braccato e arrestato dalla polizia del Commissariato di Scanzano in meno di mezz’ora. Brasile ha riportato una ferita profonda da arma da taglio a un polmone, con versamento ematico nell’addome; è in prognosi riservata. Nella rissa è stato coinvolto anche Giuseppe Faraco, 38 anni operaio di Policoro, per il momento denunciato a piede libero, insieme con la vittima. I risultati dell’operazione lampo, condotta dalla Polizia di Scanzano, in coordinamento con la Squadra Mobile e la Scientifica di Matera, guidati nelle indagini dal pubblico ministero Antonia Salamida, sono stati illustrati ieri mattina dal capo della Mobile, Nicola Fucarino, dal dirigente del Commissariato di Scanzano, Roberto Cirelli, e dall’ispettore Capofiore della Scientifica. Proprio i rilievi degli agenti specializzati, insieme con la profonda conoscenza delle persone del posto e il discreto contributo di alcuni tesimoni, hanno consentito la ricostruzione dei fatti. Intorno alle 19 i tre erano gli unici avventori del bar. Due di loro, pare Brasile e Faraco, stazionavano tra il bancone e una macchinetta di Videopocker, mentre Ferrara pare fosse intento a far trillare il suo telefonino con la suoneria della sirena delle forze dell’ordine. Probabilmente Brasile avrebbe manifestato insofferenza e fastidio per il suono continuo. Le parole si sono fatte un po’ pesanti, seguite da spintoni e qualche schiaffo. In poco tempo i tre si sono portati fuori dal bar, nel piazzale della stazione di servizio, dove nella colluttazione sarebbe spuntato un coltello. Probabilmente è stato Ferrara a tirarlo fuori e utilizzarlo, ma solo le indagini chiariranno esattamente questo passaggio. Di certo, l’arma bianca non è stata ancora trovata, forse è stata lanciata con forza finendo sulla vicina strada statale 106 jonica, o nelle sterpaglie adiacenti il piazzale. Intanto, dopo la coltellata, la furia è continuata, tanto che è stata squarciata anche una gomma dell’auto, una Ford Fiesta, con la quale la vittima stava cercando di mettersi in salvo. Sul posto è intervenuta immediatamente un’ambulanza, il ferito in condizioni gravi è stato ricoverato prima all’ospedale cittadino, poi a Potenza. Intanto Ferrara, che si sarebbe ferito con lo stesso coltello nella colluttazione, avrebbe prima cercato di lavarsi al bagno dell’Agip, per poi recarsi nella sua abitazione, dove pochi minuti dopo lo hanno rintracciato gli agenti. La stazione di servizio è stata presa d’assalto da volanti e agenti della Scientifica, che hanno prelevato campioni di sangue sull’asfalto e dall’auto della vittima; mentre il terzo corissante, Faraco, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su responsabilità e dinamica dell’episodio. All’arrivo della Polizia presso la sua abitazione, Ferrara sarebbe apparso molto nervoso, cedendo subito alle domande incalzanti degli investigatori. Nel box doccia del bagno la felpa bianca con cui era stato visto dai testimoni, bagnata di acqua lungo le maniche, e la borsetta con dentro il fodero vuoto di un coltello. Per chiudere le indagini, che attendono ancora conferme dai rilievi scientifici, la polizia di Potenza ha raggiunto Brasile in ospedale. Paralizzato a letto, ma ancora cosciente, il camionista ha confermato la descrizione del suo accoltellatore e la dinamica dei fatti. Ferrara, in carcere a Matera, deve rispondere di porto abusivo di arma da taglio e tentato omicidio. Brasile e Faraco sono stati denunciati a piede libero per rissa.
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