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La comunicazione ufficiale è arrivata ieri mattina alle 10. Nove minuti dopo, Rosa Masi, ingegnere da molti anni alla Proma di Melfi (azienda dell’indotto Fiat), era già fuori: «licenziata», le ha fatto sapere la direzione aziendale. Nessun preavviso, né mezzi termini. La lavoratrice di 49 anni è stata sbattuta fuori senza avere neanche il tempo di realizzare cosa stesse accadendo.
La direzione aziendale l’ha convocata solo nella mattinata di ieri. Nei giorni passati non c’era stato nessun segnale che facesse pensare a questo. Rosa Masi è andata al colloquio senza sapere che sarebbe stato l’ultimo. «Ci dispiace – è stata la sentenza dell’azienda – ma le dobbiamo comunicare la soppressione del suo posto di lavoro». Al momento non sono state fornite le opportune motivazioni al provvedimento.
Alla Proma, Rosa Mari, laurea in Ingegneria in tasca, ha lavorato fino a ieri come responsabile dei processi produttivi. Un ruolo di responsabilità, dunque.
Ma la donna è anche una sindacalista.
E’ iscritta al Fismic dal 2005. Ma negli ultimi tempi il suo impegno nell’organizzazione sindacale è cresciuto. E questo a qualcuno sembra una strana coincidenza. Lei è stata l’unica lavoratrice a essere toccata da questo provvedimento. Rosa Masi, non parla. E’ ancora sotto shock, come se fosse stata investita da qualcosa molto più grande di lei. Con poche parole racconta i fatti così come si sono succeduti nella terribile giornata di ieri. Del resto il licenziamento è freschissimo. Solo a partire da oggi, evidentemente, inizierà a pensare alle iniziative da mettere in campo per quella che sembra una storia assurda. Non parla neanche a dirigenza della Proma, che abbiamo provato a contattare ma senza successo.
Ma nel frattempo, a condannare nettamente l’atteggiamento della direzione Proma, è il segretario regionale della Fismic di Basilicata, Marco Roselli. Per il sindacato «il provvedimento è illegittimo».
«Lo impugneremo in tutte le sedi – dice Roselli – Quello che ha colpito questa lavoratrice è uno strano licenziamento, ben mirati e senza preavviso. Colpisce un solo dipendente, una donna, con un ruolo aziendale di responsabilità, e con esperienza. Alla quale, evidentemente, si voleva far pagare la colpa di avere anche un impegno sindacale. E questo non è accettabile. Del resto, in vista di un’eventuale riduzione del lavoro, si potrebbe ricorrere agli ammortizzatori sociali.
Il comportamento della Proma è pretestuoso. Non ne comprendiamo i motivi e ci opporremo con tutti mezzi.
Mariateresa Labanca

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