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FILOGASO – Non sarà il maestoso cinghiale di Erimanto, quello che la mitologia classica indica come la terza delle dodici fatiche di Eracle, ma rappresenta comunque un esemplare di dimensioni straordinariamente grandi. Una formazione composta da cacciatori di Nardodipace, Filogaso e Sant’Onofrio, nei giorni scorsi, ha, infatti, messo le mani su un cinghiale monumentale, il cui peso raggiungeva i 2 quintali e 20. L’esemplare, abbattuto, nei boschi di Filogaso, almeno stando alla dentatura, potrebbe avere avuto tra i gli otto ed i dieci anni di vita. A fare notizia è la mole, insolita, soprattutto nell’Italia meridionale, dove raramente tali mammiferi raggiungono un peso superiore ai cento chili. Cinghiali di dimensioni simili a quello abbattuto a Filogaso si trovano solitamente nell’Europa orientale dove possono raggiungere anche i tre quintali. Nelle alpi Italiane, invece, difficilmente superano i 200 kg. Sul territorio delle Serre, nonostante,la presenza ormai numerosa e per certi aspetti invasiva, non è facile individuare esemplari di tale grandezza. Nel corso degli ultimi anni, dopo l’istituzione del Parco regionale delle Serre e della relativa area protetta, la popolazione di questi suidi è cresciuta a dismisura creando, talvolta, gravi danni alle coltivazioni ed alla produzioni agricole. Non è infrequente avvistare scrofe con le rispettive famigliole in prossimità dei centri abitati. Una situazione per la quale occorrerebbero abbattimenti selettivi al fine di preservare anche la vegetazione forestale. La presenza numerosa e spesso distruttiva genera a volte apprensioni, anche alla luce delle leggende legate ai cinghiali. Storicamente, per la loro combattività, sono stati considerati avversari fieri e temibili. In età antica, come riporta Plinio il vecchio, il cinghiale era cacciato da compagnie di cacciatori, le antesignane delle attuali squadre, attraverso l’uso di reti verso le quali gli animali erano spinti con l’ausilio dei cani e dei battitori.
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