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di LEO AMATO
Evangelisti non parla. “Capa di bomba” si tiene stretta la verità di quell’incontro col presidente del Potenza calcio al casello autostradale di Foggia, durante il terzo tempo della partita con la Salernitana. Resiste, per il momento, il segreto sulla regia della “combine” che ha regalato la promozione dei granata nel campionato cadetto il 20 aprile del 2008. Luca Evangelisti ha preso tempo per consultare i quattordici faldoni dell’inchiesta. Partito in mattinata da San Benedetto del Tronto è arrivato verso le dieci nel Palazzo di giustizia di Potenza accompagnato dal suo avvocato, Libera D’Amelio. È stato l’ultimo a sfilare davanti al gip Rocco Pavese, l’unico senza manette degli indagati che sono stati raggiunti dall’ordinanza di misure cautelari per la calcio-connection lucana. Il suo avvocato ha accennato alla possibilità di avanzare un’istanza per la revoca degli arresti domiciliari davanti ai giudici del Tribunale del riesame, ma non è un dato scontato. Se da un parte una sentenza favorevole potrebbe restituire Evangelisti al suo lavoro di direttore sportivo della Pro Vasto, un diniego aprirebbe la strada alla formazione di un giudicato cautelare su una serie di circostanze, che potrebbero avere riflessi molto pesanti sul prosieguo delle indagini.
“L’amico nostro”
La seconda domanda per Evangelisti sarebbe stata sui suoi rapporti con il collega della Salernitana, Angelo Fabiani, imputato con Luciano Moggi nel processo che è in corso a Napoli, e intercettato al telefono con il patron del Potenza Fc nel novembre del 2007. Nel sistema messo in piedi dall’ex dg della Juventus, Fabiani sarebbe stato quello che aveva il compito di avvicinare gli arbitri. Nel brogliaccio con 106582la trascrizione del dialogo si fa riferimento due volte a un’eminenza innominabile che avrebbe steso la sua ala sul Potenza con la benedizione della candidatura di un ambizioso allenatore romano, Odoacre Chierico, alla successione di Pasquale Arleo, dopo il suo primo esonero. Il progetto si sarebbe concretizzato solo a luglio del 2008, dopo che Chierico concluse il master per allenatori a Coverciano. Nel frattempo dalle giovanili del Livorno sarebbe sceso Marco Tosi.
L’affare Di Bella
I rapporti tra rossoblu e toscani amaranto in pochi mesi sono cresciuti d’intensità fino alla trattativa per un giovane difensore categoria ‘88, Fabrizio Di Bella, ceduto a un prezzo mai visto sulla piazza del capoluogo lucano. Indiscrezioni raccontano di 750 mila euro in tre tranche da 250 mila (l’ultima parte non sarebbe stata ancora versata), poi Di Bella sarebbe stato rigirato in prestito al Potenza, sempre in quei mesi di frenetica campagna acquisti dell’estate del 2008, in cui l’Arezzo prese la metà del cartellino del centrocampista Matteo Berretti – qui si dice per 250 mila euro –, per lasciarlo giocare con la squadra di Postiglione (e a distanza di un anno non avrebbe esercitato il diritto di riscatto sull’altra parte, perdendo i soldi dell’investimento iniziale). Mentre da Salerno, dopo la promozione dei granata nel campionato cadetto, arrivarono in quattro: Josè Mamede, Gerardo Masini, Alessandro Sabatino, e Stefano Volpe. Qui si dice a un prezzo irrisorio. Il nome del giovanissimo Di Bella era già apparso in quello scambio di battute intercettato tra Postiglione e Fabiani, e si da il caso che nell’ombra del presidente del Livorno, Aldo Spinelli, si muova un’altra vecchia conoscenza delle cronache sportive e giudiziarie, o “sportivogiudiziarie” di Napoli, tale Ermanno Pieroni nato arbitro, e poi manager, detto “il presidente fantasma”, già arrestato e inibito dalla Federazione calcio per la bancarotta dell’Ancona nel 2004, quando era in carica come ds dell’Arezzo, dopo il periodo trascorso a Taranto prima del tandem di Evangelisti e Vittorio Gallicani, che oggi è in forza proprio al Potenza (e risulta sotto osservazione dei carabineri per la partita dei rossoblu con il Real Marcianise dello scorso 20 settembre). Pieroni ed Evangelisti intratterrebbero ottimi rapporti da quando il nostro “capa di bomba” portava ancora i tacchetti. Livorno, Arezzo, e Taranto. Nomi che tornano nel percorso professionale di Pieroni. E poi Salerno con il dg Fabiani. Gli stessi nomi del mercato del Potenza calcio. Sono anche agli atti dei magistrati, e nelle copie con le ricevute delle scommesse consegnate ai carabinieri dal superteste dell’inchiesta.
“E’ lei Ermanno Pieroni?”
Un cronista del Quotidiano racconta ancora la sua sorpresa di qualche tempo dopo quegli annunci estivi, durante la stagione 2008/2009, quando ha incontrato Pieroni in persona sulle gradinate dello stadio Viviani, che assisteva a un allenamento dei rossoblu. Gli si sarebbe fatto sotto, ma a domanda del tenore: “E’ lei Ermanno Pieroni?” Non si sa perché, ma quello lì si sarebbe negato. Il patron Postiglione sarebbe intervenuto qualche ora dopo, confermando al cronista per telefono che la sua prima impressione era vera, e non erano state le proverbiali traveggole, come in tribuna a San Giovanni Rotondo qualche settimana più in là, durante il triangolare di Padre Pio tra Potenza,Bari, e Pescara. Visto che Evangelisti conosce bene Ermanno Pieroni, sarebbe utile per capire quale è stato il suo ruolo – se mai c’è stato – nella vicenda del Potenza Fc, a partire da novembre del 2007.
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