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Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, definisce «la chiusura definitiva a partire da ieri dopo 115 anni, della sede della Banca d’Italia di Cosenza, un’immensa perdita ed un colpo durissimo, non solo d’immagine ed economico, per la città bruzia e l’intera provincia cosentina». Secondo Corbelli, «la chiusura della Banca d’Italia di Corso Umberto è una sconfitta politica di una intera classe dirigente locale assolutamente incapace di difendere uno dei pochissimi presidi storici dello Stato nella città e nella provincia». Corbelli critica, in particolare, il sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini, e il presidente della Provincia, Mario Oliverio, che, dice, «hanno assistito passivamente e immobili alla soppressione della sede bruzia della Banca d’Italia, anzichè fare le barricate per evitare questa autentica disfatta. La chiusura dopo 115 anni della Banca d’Italia di Cosenza è solo l’ennesimo schiaffo, l’ultima umiliazione ad una città e ad una intera provincia. Purtroppo le istituzioni locali e la deputazione parlamentare cosentina non hanno saputo evitare questa Caporetto. In particolare, Perugini e Oliverio, al governo dei rispettivi enti da anni, non hanno promosso alcuna iniziativa concreta, nessuna protesta clamorosa per scongiurare questo evento nefasto. Paghiamo ancora una volta, come città e come provincia, il limite oggettivo di una classe dirigente e amministrativa che ha un peso politico assolutamente inesistente, che non è minimamente considerata al di là del Pollino, anzi viene continuamente umiliata e sbeffeggiata nelle stanze del potere romano. Questa è purtroppo l’amara verità, la drammatica realtà, come insegna in modo eloquente la vicenda della sede della Banca d’Italia. In una provincia con mille problemi, con un’economia in ginocchio, con imprenditori che tentano coraggiosamente di resistere e cercano di continuare a fare impresa in questa nostra terra, con aziende che hanno difficoltà di accesso al credito, per colpa di banche usuraie, con la colonizzazione del sistema bancario calabrese da parte dei grandi gruppi finanziari-bancari-industriali del nord, vere sanguisughe, abbiamo perso adesso anche l’ultimo baluardo statale del sistema bancario-creditizio». «Ancora una volta – conclude Corbelli – siamo vittime di uno scippo per l’assoluta incapacità dei nostri amministratori locali e dei nostri parlamentari, gli stessi che ci governano da decenni e che troveremo, tra pochi mesi, di nuovo candidati alle elezioni regionali».

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