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Un no deciso al ventilato abbattimento del “Lido Cenide” di Villa San Giovanni viene pronunciato dal coordinamento per la “Città del Cenide” in un comunicato stampa nel quale si sottolinea che la città non può vedere morire la propria memoria e la sua voglia di rinascita: La decisione di abbattere il “Lido” non può essere presa d’autorità, perché quello che fu il lido Cenide, non è stato “solo uno stabilimento balneare, ma la culla della cultura per l’intera provincia”. La notizia della imminente prospettiva di abbattimento della struttura che è un emblema degli anni d’oro della città, non ha lasciato inerte il movimento cittadino che porta il suo nome. La decisione presa nel momento in cui non esiste una Amministrazione comunale in grado di potere assumersi responsabilità politiche in merito- dicono i responsabili del coordinamento- si affianca alla mancanza di “una pianificazione urbanistica dell’area portuale”, per cui resta “aperta la possibilità che quell’area possa essere utilizzata per attività in contrasto con il disegno complessivo di sviluppo dell’intero fronte mare”. Per tali motivazioni il “coordinamento per la Città del Cenide” chiederà al Commissario straordinario Ruffo, in un incontro previsto per martedì prossimo “di intervenire con fermezza e determinazione perché siano chiare le ragioni della decisione assunta dal Demanio Marittimo, verso la quale esprime la più netta contrarietà”. Lo scioglimento del Consiglio comunale, secondo gli scriventi, “non può significare che sia venuto meno il tessuto connettivo che ci lega con orgoglio alla città” Perciò il coordinamento per la Città del Cenide rivolge un appello a tutte le forze politiche e sociali della città “per fare fronte comune contro una scelta da altri assunta in autonomia, che ancora una volta penalizza questa città e rispetto alla quale si preannuncia una mobilitazione generale perché la comunità ha il diritto a conservare la memoria del proprio passato”. Ricordiamo infine che la decisione dell’abbattimento del Lido era stata preannunciata durante l’ultimo periodo della sciolta amministrazione comunale, quando era stata prevista una visita congiunta al sito di amministratori e funzionari del Demanio Marittimo, sopralluogo che poi non si era realizzato.
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