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«I lavoratori della sanità pubblica e privata della Calabria protesteranno il 10 dicembre davanti all’assessorato regionale alla Sanità, a Catanzaro, durante un sit-in organizzato dalle federazioni regionali Cisl Fp e Uil Fpl nell’ambito delle manifestazioni regionali che le stesse sigle sindacali nazionali hanno programmato in tutta Italia dal 2 al 10 dicembre». Lo rendono noto i segretari generali dei due sindacati Natale Pace e Raffaele Gentile. «Anche il sindacato calabrese – prosegue la nota congiunta – ritiene che per il rinnovo dei contratti della sanità e delle autonomie locali, non solo il Governo nazionale deve assumersi le proprie responsabilità, ma anche la Regione, l’Anci, e le altre parti datoriali locali. Alle richieste di finanziamento dei rinnovi contrattuali e di rispetto degli accordi nazionali sottoscritti, i lavoratori e il sindacato calabrese aggiungono la protesta per la mancata sottoscrizione degli accordi regionali e per le risorse contrattuali aggiuntive». «Ma la rabbia dei lavoratori della sanità calabrese – hanno sostenuto Pace e Gentile – va oltre i confini della importante vertenza nazionale culminata con la proclamazione dello stato di agitazione. Il Governo regionale sta pesantemente mettendo mano al Piano di rientro dell’immenso deficit sanitario senza il coinvolgimento delle parti sociali. Si stanno decidendo tagli, chiusure, perdite di posti di lavoro, ridimensionamenti convenzionali con le strutture private, ticket e balzelli vari senza un minimo di confronto che pure è stato vivamente sollecitato dal sindacato unitario. Questa Giunta regionale a parole chiacchiera di concertazione con i rappresentanti dei lavoratori, di fatto ha storicamente sempre deciso in maniera unilaterale con risultati fortemente negativi per i lavoratori regionali dipendenti e per quelli della sanità pubblica e privata. Afor, Arssa, strutture private in crisi perenne e pagate con gravi ritardi che ne mettono in discussione l’esistenza, lavoratori ex Equipe, di cui si stanno perdendo professionalità e servizi, ex Lsu immolati ad una stabilizzazione sacrificale, comunità montane in via di estinzione con buona pace dei 600 lavoratori senza un futuro». «Adesso basta. Il sindacato calabrese – hanno concluso Pace e Gentile – pretende l’avvio di un confronto serio oppure la manifestazione del 10 dicembre sarà solo l’inizio di una lunga stagione di lotte dei lavoratori pesantemente penalizzati».
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