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di MARGHERITA AGATA

Da due giorni sono riuniti in assemblea permanente e non intendono abbandonare l’aula consiliare fino a quando non avranno certezze sul loro futuro occupazionale. Sono 26 i lavoratori precari del Comune di Ferrandina, da 14 lunghi anni in “lista di attesa” per un’occupazione stabile, in stato di agitazione per scongiurare che la tanto agognata assunzione possa sfumare a un passo dal traguardo. L’immissione in organico per il folto drappello di Lsu, co.co.co. e autofinanziati avrebbe dovuto essere perfezionata il 20 dicembre, in tempo utile, cioè, per scongiurare i licenziamenti. Già approvato dalla Giunta, il Piano di riordino del personale, con cui si individuavano le collocazioni in organico (manutenzione del verde e delle strade, uffici, servizio mensa, biblioteca, ecc). Ma a far inceppare gli ingranaggi di un iter giunto ormai al capolinea, una segnalazione alla Corte dei Conti, che mette in discussione la regolarità dell’operazione. «Non si può giocare sporco sulla pelle dei lavoratori -si ribellano i precari – il 31 dicembre si avvicina e, se non arriva l’assunzione, siamo tutti a casa. Non ci muoviamo da qui fino a quando non ci viene detto a chiare lettere cosa sarà di noi». Il sindaco, Raffaele Ricchiuti, dal canto suo, ha confermato la volontà di dar corso alle stabilizzazioni a tempo indeterminato, per le quali, ricordiamo, la Regione Basilicata riconosce un contributo annuo di 9.200 a lavoratore, e di aver convocato per oggi, alle 18, un consiglio comunale sull’argomento. «Al Consiglio -ha detto Ricchiuti- chiederemo atti di indirizzo specifici, affinché la giunta riprenda il percorso sulla stabilizzazione». Ma i precari, fino a quando non ricevono garanzie precise sul loro futuro, continuano a stare con il fiato sospeso. La loro rabbia e preoccupazione è racchiusa tutta negli striscioni posti all’ingresso del palazzo comunale. Tra le stanze del municipio il silenzio. Nessun intralcio alla regolare attività degli uffici, solo la testimonianza garbata, quasi in punta di piedi, di un disagio. Solidarietà e vicinanza ai lavoratori precari è stata espressa dai consiglieri Giuseppe Dubla (Rifondazione) e Ferdinando Eustazio (Sinistra e libertà). «La condizione di continua umiliazione e mortificazione della dignità di questi lavoratori deve assolutamente cessare -dicono i due consiglieri- considerato che gli stessi lavoratori non si sono mai sottratti ad alcun tipo di mansione loro assegnata, sia con ordini di servizio scritti che nelle occasioni di gestione straordinaria (eventi estivi, calamità, ecc), svolgendo funzioni e servizi che, in loro assenza, non si sarebbe in grado di assicurare alla comunità. Pertanto, invitiamo l’Amministrazione ad adempiere ai suoi doveri, garantendo a questi lavoratori il loro legittimo diritto ad una piena e stabile occupazione».

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