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«Non è accertata l’esistenza e l’operatività della Loggia di San Marino nei termini di cui in contestazione». È quanto scrive il Gip del tribunale di Catanzaro, Tiziana Macrì, nel provvedimento di archiviazione di Romano Prodi, e di altri otto indagati nell’inchiesta Why Not su presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici.
«Non sussiste, in conseguenza, il presupposto genetico – aggiunge –dell’originaria impostazione d’accusa circa la perpetrazione dei ritenuti reati scopo, ne di essi ricorrono i relativi elementi strutturali. Le dichiarazioni di Caterina Merante, in proposito, oltre che, in gran parte indirette, pur compiutamente espressive del patrimonio conoscitivo della stessa, risultano generiche e, sovente, frutto di valutazioni soggettive di fatti in se penalmente irrilevanti, non confortate dagli esiti dell’attività investigativa espletata».
Nel provvedimento di archiviazione, che si compone di nove pagine, oltre a Prodi vengono affrontate anche le posizioni del deputato del Pd, Sandro Gozi; dell’imprenditore e deputato del Pd, Piero Scarpellini; del consulente aziendale, Luigi Bisgnani; del consigliere regionale della Calabria, Antonio Acri; di Gerardo Carnevale, componente dello staff di Acri, e di Vincenzo Bifano, Armando Zuliani e Giulio Grandinetti.
Secondo il gip, i contatti tra l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, ed alcuni degli indagati nell’inchiesta Why Not erano ispirati «esclusivamente da motivazioni politiche».
Nella parte del provvedimento in cui si affronta la posizione di Prodi il Gip fa riferimento alle dichiarazioni del teste Danilo Signorino, acquisite il 6 febbraio del 2008, secondo il quale il dirigente della Regione Calabria ed indagato in Why Not, Francesco De Grano, gli aveva riferito che Prodi lo contattava per avere informazioni sulla situazione sociale, economica e politica della Regione Calabria.
E proprio in virtù delle affermazioni di Signorino, il Gip sostiene che «tali dichiarazioni, in difetto di emergenze di segno contrario, costituiscono chiaro indice sintomatico della finalità di natura esclusivamente politica perseguita dall’on. Prodi nei rapporti coi soggetti dell’indagine».
«Pertanto – conclude il Gip – deve ritenersi radicalmente esclusa l’integrazione di elementi di rilievo penale a carico dell’on. Romano Prodi in ordine a tutte le fattispecie allo stesso contestate».
Il gip, nelle nove pagine del suo provvedimento, fa riferimento agli spunti investigativi che hanno riguardato l’ex premier: «La Merante – scrive la Macrì citando la principale testimone dell’inchiesta – ha individuato una serie di persone legate politicamente oltre che dal punto di vista commerciale e finanziario a Romano Prodi: Pietro Macrì, Francesco De Grano, Piero Scarpellini, Sandro Gozi e, per il tramite di questi, Antonio Saladino. Ella chiariva di essere a conoscenza della circostanza che la società Met Svilppo ha realizzato un sito web riconducibile a Prodi senza che questo venisse pagato e che la Met Sviluppo eseguiva appunto dei lavori a favore dell’attività politica di Prodi. Nelo stesso verbale – aggiunge il gip – si legge che i soggetti sopra indicati sono collegati anche con Piero Scarpellini, il quale è formalmente dipendente della società Pragmata di San Marino che ha avuto rapporti commerciali con la Met Sviluppo. Quando nella Compagnia delle opere (di cui il principale indagato di Why not, Antonio Saladino, è stato leader per la Calabria, ndc) si è discusso e successivamente si è deciso di appoggiare la campagna elettorale a favore di Romano Prodi, i successivi contatti per tali fini sono intervenuti di frequente con Piero Scarpellini quale referente di Prodi». Il giudice, quindi, comincia con il fare riferimento ai rapporti tra la Met Sviluppo e la Pragmata, affermando che dal materiale di indagine «non può trarsi alcun elemento sintomatico di illiceità, a maggior ragione riguardo alle asserite condotte dell’on. Prodi». Poco prima, infatti, il gip aveva citato una nota del Roni in cui si legge che «l’attività espletata? consente, allo stato attuale delle indagini, di poter escludere che la Pragmata srl sia una società sammarinese implicata in maniera illecita o irregolare nei rapporti societari con la Met Sviluppo»; ed aveva chiarito che «in esecuzione del rapporto contrattuale tra le due società, la Pragmata realizzava il contratto tra la Met e Wcn con ciò esaurendo gli obblighi contrattuali».
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