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Non è stata accertata l’esistenza della loggia di San Marino ed i rapporti tra l’ex presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, con altri indagati dell’inchiesta Why Not erano solamente a fini politici. A queste conclusioni è giunto il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Tiziana Macrì, che ha archiviato le accuse nei confronti di Romano Prodi e di altri otto indagati. Le motivazioni dell’archiviazioni sono contenute in un provvedimento di nove pagine nel quale il giudice in modo netto afferma che «non è accertata l’esistenza e l’operatività della Loggia di San Marino». Sull’esistenza della loggia di San Marino, inoltre, le dichiarazioni della principale teste d’accusa, Caterina Merante, pur «compiutamente espressive del patrimonio conoscitivo della stessa, risultano generiche e, sovente, frutto di valutazioni soggettive di fatti in se penalmente irrilevanti, non confortate dagli esiti dell’attività investigativa espletata». Oltre che per Prodi il provvedimento di archiviazione riguarda anche il deputato del Pd, Sandro Gozi; l’imprenditore e deputato del Pd, Piero Scarpellini; il consulente aziendale, Luigi Bisgnani; il consigliere regionale della Calabria, Antonio Acri; Gerardo Carnevale, componente dello staff di Acri, e Vincenzo Bifano, Armando Zuliani e Giulio Grandinetti. Per motivare l’archiviazione delle accuse nei confronti di Romano Prodi il Gip dedica oltre una pagina e mezza del provvedimento giungendo alla conclusione che i rapporti tra l’ex premier ed alcuni degli indagati erano di «natura esclusivamente politica. Pertanto deve ritenersi radicalmente esclusa l’integrazione di elementi di rilievo penale a carico dell’on. Romano Prodi in ordine a tutte le fattispecie allo stesso contestate». Prodi fu iscritto nel registro degli indagati nell’estate del 2007 dall’ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris. Nell’inchiesta fu coinvolto anche Clemente Mastella, la cui posizione fu successivamente archiviata. Nell’inchiesta Why Not, su presunti illeciti nella gestione di fondi pubblici, restano oggi indagate complessivamente 98 persone, tra politici e imprenditori. Trenta degli indagati hanno chiesto il processo con rito abbreviato, mentre per gli altri è in corso l’udienza preliminare. Su tutte le posizioni la decisione del Gup, Abigail Mellace, è attesa entro la metà di febbraio.

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