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di ANTONIO ACRI*
Sto seguendo, nei limiti del possibile, l’evoluzione della vicenda delle demolizioni edilizie abusive nel Comune di Lamezia Terme. Al sindaco Speranza ho già espresso privatamente, e qui lo ribadisco, la mia incondizionata vicinanza. E questo indipendentemente dalle “ragioni” che possono esprimere i cittadini che oggi protestano. Non c’è dubbio che quanto sta accadendo rappresenti uno spaccato più ampio della società calabrese e meridionale in genere. Ritengo anzitutto che la politica può e deve farsi carico di tutto ma all’interno di un quadro condiviso di regole che si chiama vivere civile, in cui il diritto ha una logica refrattaria all’imbroglio, all’abuso, pena la sua stessa insignificanza. Perché se tutto si può “aggiustare” significa che non vale la pena scrivere norme, programmare il territorio, affaticarsi nei controlli, irrorare sanzioni. Se tutto si può aggiustare significa non avere più bisogno delle istituzioni, cioè avere fiducia nel corpo di regole che rappresentano e che sono chiamate a far condividere e rispettare. Per questo ritengo che se depurassimo il tema dell’abusivismo dal populismo a buon mercato sarebbe già un grande passo avanti. Oggi la politica – specie quella nazionale – è chiamata a interrogarsi sui risultati ottenuti in un paese che negli ultimi venti anni ha varato quattro condoni edilizi, che hanno arrecato gravi danni al territorio, all’ambiente, alla convivenza civile e al concetto stesso di legalità. Oggi la politica è chiamata a interrogarsi su di una normativa a maglie larghissime che ha permesso la cementificazione dissennata che anno dopo anno fa scempio del nostro territorio, lo sottrae alla libera fruizione, ne compromette la stabilità idrogeologica, ne inficia le potenzialità turistiche, semina brutture e cemento, crea lutti e disastri. Semmai oggi la politica è chiamata a interrogarsi su come sostenere i sindaci calabresi e italiani in una sacrosanta resistenza agli abusi di ogni genere che tra l’altro aggravano anche le casse pubbliche considerato che i costi di urbanizzazione sono molto superiori ai soldi intascati dall’oblazione. Tutti sanno che il condono non è mai stato una soluzione positiva al problema, anzi, non appena si comincia a parlare di condono edilizio, il numero di edifici abusivi cresce enormemente: tutti sperano di vedersi riconosciuti legittimi proprietari di una casa costruita illegalmente. Appropriarsi della normalità significa essere anche disposti a gesti apparentemente straordinari, così come accontentarsi di discutere di legalità senza perseguirla concretamente significa solo renderla banale.
*consigliere regionale e presidente regionale di Lega per le autonomie
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