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I carabinieri hanno effettuato stamani una perquisizione nell’abitazione di Francesco Fonti, il pentito di ‘ndrangheta che ha parlato delle navi dei veleni. Lo ha reso noto il suo difensore, Claudia Conidi, che ha riferito che la perquisizione ha dato esito negativo. «I reati ipotizzati – ha aggiunto il legale – sono truffa e associazione a delinquere insieme al figlio e ad altre due persone. A disporre la perquisizione credo sia stata la Procura di Torino, ma ancora non ho letto le carte. Da quello che mi ha riferito Fonti, nel decreto si parla di una sua residenza a Chieri, nel torinese, ma lui vive in provincia di Mantova. Tra l’altro i carabinieri erano perfettamente a conoscenza della sua residenza nel mantovano che dovrebbe essere coperta. E questo è inquietante. Così come è strano che Fonti possa risultare residente a Chieri quando si trova agli arresti domiciliari, è malato, si muove sulla sedia a rotelle e viene controllato più volte al giorno dalle forze dell’ordine». «Fonti – ha riferito il suo difensore – è rimasto sbigottito dalla perquisizione. Gli ho detto di parlare subito con il magistrato di sorveglianza. Non sarebbe la prima volta che lo riportano in carcere per accuse poi rivelatesi infondate». «La prima cosa che ho pensato – ha detto l’avv. Conidi – è stato che si tratti di una delegittimazione, ma è ovvio che occorre verificare. Certo ci siamo meravigliati che proprio in questo momento in cui si è parlato di lui a proposito delle navi dei veleni sia scattata una perquisizione».

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