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Il pescato nel tratto di Mare Tirreno antistante la costa vibonese è commestibile. È quanto è emerso dall’indagine tossicologica disposta dal direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale, Rubens Curia (in foto), a seguito dell’allarme provocato dalla presunta presenza nel Mare Tirreno di navi contenenti rifiuti radioattivi.
«L’indagine – riferisce una nota dell’Azienda sanitaria di Vibo – è stata disposta anche per la preoccupazione sorta nei consumatori sull’acquisto dei prodotti ittici. Supportato dalla collaborazione del Direttore sanitario aziendale, Franco Petrolo, e del Direttore del Dipartimento della prevenzione, Cesare Pasqua, il dg Curia ha investito del problema l’Ufficio veterinario dell’area funzionale Igiene degli alimenti di origine animale, diretto da Saverio Paglianiti, che ha subito avviato una serie di prelievi di campioni di diverse specie di pescato su tutta la costa vibonese.
I campioni sono stati portati all’attenzione dell’Istituto zooprofilattico di Catanzaro, diretto da Francesco Casalinuovo, che a sua volta si è servito del superiore Istituto di Brindisi per farli sottoporle ad attento esame».
«Il risultato pervenuto all’Azienda sanitaria provinciale – è detto ancora nel comunicato – è che il contenuto dei radionuclidi nel pesce pescato nel tratto che va da Pizzo a Nicotera è nella norma, per cui il pescato risulta perfettamente commestibile. Analoga indagine è stata effettuata anche per verificare l’eventuale presenza di metalli ‘pesantì come cadmio, piombo e mercurio. Anche in questo caso l’esito dell’accertamento è stato negativo».
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