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I Carabinieri della Compagnia di Taurianova hanno tratto in arresto cinque giovani rosarnesi che stavano per compiere una rapina a mano armata alla sala giochi «Accademia Texas Hold’em» a Gioia Tauro, in via Corrado Alvaro.
I fatti risalgono alle 21 di sabato sera. L’operazione è stata avviata fin dal primo pomeriggio, quando alcuni Carabinieri, in transito sulla statale 18 tra Rosarno e Gioia Tauro, hanno notato una Fiat Panda nera che, dopo aver eseguito sospette, ha svoltato in via Corrado Alvaro, rallentando visibilmente davanti ad una sala giochi.
I quattro giovani a bordo dell’auto si erano fermati a fissare insistentemente l’interno del locale per poi ripartire. I Carabinieri, insospettiti, hanno quindi atteso in posizione defilata, notando dopo non molto la Panda che ritornava, questa volta da un’altra direzione, ma sempre per soffermarsi nei pressi del locale. La scena si è ripetuta per più volte nella mezz’ora seguente e, in un caso, alcuni dei giovani a bordo dell’utilitaria sono scesi per passare a piedi davanti alla sala giochi, sempre guardando all’interno, ma senza entrarvi. L’auto si è quindi allontanata verso Rosarno, come se nulla fosse successo o stesse per succedere.
I militari, tuttavia, hanno intuito che quello a cui avevano assistito era un vero e proprio sopralluogo, verosimilmente effettuato per preparare una rapina al locale che, di sabato, in considerazione del gran numero di clienti, diviene un obiettivo remunerativo. Nella convinzione che, di lì a poco, i giovani della Panda sarebbero ritornati, questa volta per compiere davvero la rapina, i Carabinieri hanno immediatamente chiamato rinforzi e predisposto un servizio di osservazione in abiti borghesi, per poter intercettare i rapinatori prima che giungessero sull’obiettivo.
Contemporaneamente un altro gruppo di militari, composto da militari della Compagnia di Taurianova con il rinforzo di alcuni colleghi di Gioia Tauro, si è posizionato ad una certa distanza. L’attesa è durata qualche ora. Come i Carabinieri avevano previsto, verso le 20 la Fiat Panda è ritornata, ma questa volta a bordo c’erano cinque giovani. L’auto ha compiuto ancora numerosi passaggi «di controllo» nei pressi del locale e nell’area circostante, a dimostrazione che i rapinatori volevano sincerarsi che le vie di fuga non fossero interdette e che non vi fossero auto delle forze dell’ordine in zona.
I militari, mimetizzati tra i passanti e tra il normale traffico, sono riusciti a non farsi notare e, anzi a capire che il gruppo disponeva di un’altra autovettura. Poco dopo, infatti, uno dei cinque è stato notato mentre effettuava, da solo, altri passaggi e soste a bordo di una seconda Panda nera, sempre molto attento a controllare il locale. In qualche caso, le due macchine si sono affiancate e gli occupanti si sono detti qualcosa. La presenza delle due auto, di cui una con un «osservatore», che molto probabilmente si sarebbe tenuta a distanza mentre il commando di rapinatori avrebbe fatto irruzione nel locale, ha dato ai Carabinieri la certezza che, ormai, la rapina fosse imminente.
I militari, hanno allora effettuato un’intervento immediato, perfettamente coordinato tra tutte le unità. Le gazzelle blu sonogiunte tra via Corrado Alvaro e la SS 18 e, assieme ai colleghi in borghese, hanno bloccato le due auto a pochi metri di distanza dalla sala giochi. I giovani fermati hanno simulato stupore e sorpresa, reagendo infastiditi da quello che secondo loro era un controllo di polizia troppo «in grande» per loro che non avevano nulla da nascondere. La verifica dei documenti ha confermato le intuizioni dei militari, perché alcuni dei fermati avevano precedenti proprio per rapina. Sono quindi scattate le perquisizioni: i Carabinieri hanno trovato, nascosti in un vano ricavato sotto il sedile anteriore del passeggero della Panda con quattro giovani a bordo, una pistola calibro 7.65 di marca «Herstal» con otto colpi, di cui uno in canna, e quattro passamontagna di modello «Mephisto», fatti per nascondere completamente il volto, con tre piccoli fori per occhi e bocca. Quale fosse il ruolo dell’occupante dell’altra auto è stato subito chiaro per i militari: l’auto che guidava risultava infatti di proprietà di uno dei quattro pronto ad agire con l’altra Panda, a riprova che egli dovesse fornire supporto e coordinamento al gruppo. I cinque, quindi, sono stati tratti in arresto.
Alcuni degli arrestati, tutti rosarnesi, nonostante la giovane età, vantano un consistente curriculum criminale: Francesco Varone, 22 anni, bracciante agricolo con precedenti i per rapina e reati in materia di armi, Giuseppe Cacciola, 20 anni, idraulico, Vincenzo Pesce, 23 anni, bracciante agricolo già noto alle forze dell’ordine, Salvatore Macrì, 21, bracciante agricolo, con precedenti per rapina, Antonino Michelizzi, cl. 21 anni, magazziniere, con precedenti per ricettazione, rapina e reati in materia di stupefacenti ed armi.
Il rinvenimento più curioso è senza dubbio un CD contenente musica mp3, che i rapinatori stavano ascoltando durante l’azione con l’autoradio di una delle Fiat Panda. Sul CD, con un pennarello, era stato scritto il titolo «Misto ‘ndrangheta». Tra le decine di canzoni sul CD, poche tarantelle e molte canzoni tutte con testi che celebrano l’onore, il rispetto, l’omertà ed esaltano le gesta criminali ed i fatti di sangue degli ‘ndranghetisti.
Titoli significativi come «A vinditta veni i luntanu», «A mugghieri du capubastuni», «Pi nu sgarbu all’onorata», «Cu sgarra paga», ed altri. Probabilmente – secondo gli inquirenti – l’azione è stata così tempestiva da impedire che qualcuno dei rosarnesi potesse pensare di reagire con la pistola nascosta sotto il sedile, scongiurando gravi conseguenze.
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