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Uno dei componenti la banda che il primo agosto 2007 assaltò un furgone portavalori a Reggio Calabria, ingaggiando un conflitto a fuoco con le guardie giurate e uccidendone una, Luigi Rende, di 31 anni, oggi ha accusato un collega della vittima, presente al momento della sparatoria, di essere stato il basista del colpo. Marco Marino, di 28 anni, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Rende, ha fatto dichiarazioni spontanee nel corso del processo che si celebra davanti ai giudici della Corte d’assise d’appello di Reggio ed ha accusato Giuseppe Siclari. Alla luce della dichiarazioni di Marino, i suoi difensori, gli avvocati Lorenzo Gatto ed Antonio Managò, hanno chiesto la riapertura del dibattimento con l’interrogatorio dell’imputato, una nuova perizia balistica e un nuovo interrogatorio di Giuseppe Siclari, il quale ha sempre sostenuto che Rende sparò per difendersi. Particolare questo contraddetto dal Marino che ha invece affermato che la guardia giurata aprì per primo il fuoco, mentre Siclari riusciva a riparare dietro un automezzo in sosta. Nel conflitto a fuoco tre banditi rimasero feriti. Sulla richiesta della difesa, la Corte d’assise d’Appello si pronuncerà nella prossima udienza, fissata per l’11 dicembre. In primo grado sono stati condannati all’ergastolo anche Battista e Santo Familiari, originari di Melito Porto Salvo; Giuseppe e Domenico Antonio Papalia, di Sinopoli e Francesco Gullì, di Melito Porto Salvo.

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