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«Sono numerose le indagini sull’inquinamento ambientale che sono in corso anche a terra, e quindi sul territorio. La maggior parte di queste indagini per ora sono condotte dalle Procure ordinarie, poi, se verrà fuori il coinvolgimento della criminalità organizzata, passeranno alle Procure distrettuali. Ma quello che conta è che i riflettori continuino a rimanere accesi su questo problema, questo è ciò che cerchiamo di fare». E’ quanto ha affermato il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, oggi al termine di un incontro avuto con i vertici della Procura di Catanzaro, rispondendo in merito all’esito delle recenti indagini svolte dalla Dda del capoluogo calabrese a seguito del ritrovamento del relitto di una imbarcazione che, inizialmente, si temeva potesse essere una nave affondata dalla ‘ndrangheta con a bordo un carico di rifiuti radioattivi, ma che poi si è rivelata la carcassa del piroscafo passeggeri Catania, affondato nel 1917. Il procuratore ha Grasso, sollecitato a intervenire anche sulle tante polemiche seguite alla vicenda, ed alle continue richieste di proseguire l’attività di verifica in Calabria, ha voluto sottolineare che l’attenzione della magistratura sul fronte dei reati in materia ambientale è alta, e che i vari uffici giudiziari continueranno a investigare in tal senso. «Siamo venuti a verificare proprio questo» ha detto, spiegando che l’incontro di oggi con la magistratura catanzarese era finalizzato anche a ciò. Ma Grasso, che è giunto in tarda mattinata a palazzo di giustizia, dove è stato accolto dal procuratore capo Vincenzo Lombardo, ci ha tenuto anche a precisare che «l’incontro di oggi era anche sull’attività della Direzione distrettuale antimafia, che è il mio compito istituzionale. Dopo di che, si è parlato anche delle problematiche dell’ambiente, ed io posso assicurare che non cesserà l’impegno nella ricerca dei reati ambientali e dei loro responsabili, sia a terra che in mare».
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