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Tre giovani sono stati arrestati ieri sera dalla squadra mobile di Cosenza per detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Si tratta di due studenti universitari di 22 anni, incensurati, F.G. e M.P., e un parrucchiere di origini napoletane, P.E., ma residente a Cosenza.
I tre, in un appartamento preso in affitto nel residence Parco degli Ulivi, a Rende, avevano costruito una vera e propria micro-serra, occultata in un armadio e dotata di elettroventole e fari alogeni, con congegni che controllavano la coltivazione.
Nella casa sono stati rinvenuti anche 370 grammi di marijuana e diverse dosi già pronte per lo spaccio. I tre sono stati portati nel carcere di Cosenza.
«Si tratta di giovani di buona famiglia, incensurati e anche con buone proprietà di linguaggio, che hanno ammesso subito una parte delle loro responsabilita, appena siamo arrivati».
Lo ha detto Fabio Ciccimarra, capo della squadra mobile di Cosenza, nella conferenza stampa tenuta per illustrare i dettagli dell’operazione che ha portato all’arresto dei tre giovani.
I tre avevano realizzato una vera micro serra, tecnologicamente perfetta, per coltivare canapa indiana. La scoperta all’interno di un appartamento affittato dai tre, in contrada Rocchi di Rende (Cosenza).
Dopo una serie di appostamenti, durante i quali gli agenti avevano potuto constatare un insolito via vai nell’abitazione, che durava da mesi, ieri sera è stata realizzata una perquisizione a sorpresa.
«Con grande meraviglia, aprendo uno degli armadi abbiamo trovato la serra per la coltivazione in microclima di marijuana. Ci sono pannelli d’alluminio all’interno dell’armadio, per concentrare il calore, un faro alogeno, sensori di temperatura e due elettroventole, una per eliminare l’aria calda e una per immettere aria fresca nell’ambiente.
Un sistema davvero tecnicamente appropriato per la coltivazione in casa», ha detto Ciccimarra. Trovato anche, oltre a bilancini di precisione e altri oggetti utili al confezionamento delle dosi, un manuale illustrato per la coltivazione dal titotlo «Il Canapaio – Canapicoltura Indoor».
«Al di là di ogni cosa, dobbiamo chiederci cosa spinga dei giovani universitari di buona famiglia a spingersi in questo tipo di attività illecite», ha concluso Ciccimarra.
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