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AVIGLIANO – E’ la storia di due persone che s’incontrano, nell’Avigliano del Ventennio: un borghese e un imprenditore agricolo. Il primo è un compagno di liceo dei fratelli Angelo e Vincenzo Verrastro. Il secondo è Leonardo, il papà dei due fratelli. Il borghese dice all’agricoltore: “Ma che li mandi a fare i tuoi figli a scuola, non fargli perdere nemmeno tempo”. Papà Leonardo, educato e rispettoso, ribatte: “Dici bene, ma vedrai, vedrai cosa ne uscirà”. Controbatte il borghese invidioso, in dialetto, come prima: “Ecché, dobbiamo fare il monumento ai figli tuoi?”.
È una storia d’altri tempi, come tanti aneddoti che si raccontano nella cittadina che ha dato i natali a Vincenzo Verrastro. Un episodio veramente accaduto, in questo caso. Oggi quella storia la ricorda Gennaro Claps, storico di Avigliano e “delfino” di Vincenzo Verrastro tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Lo dice con un pizzico di emozione, nell’esordio del suo intervento, quando il pomeriggio ormai cede il passo alla sera. “Oggi il monumento a Vincenzo Verrastro gliel’abbiamo fatto”, dice con un pizzico di orgoglio, prima che scatti un lungo applauso e prima ancora di ricordare gli anni difficili del dopoguerra. Quegli anni nei quali, tra il 45 e il 48, alle elezioni comunali non si vinceva contro i comunisti. “Quando essere democristiani – scandisce Claps – significava essere segnati a tiro da una sinistra aggressiva e anticlericale”.
Racconta ancora Gennaro Claps del suo compagno di viaggio, educatore e maestro di vita, Vincenzo. Non ne traccia un ricordo celebrativo. Addirittura arriva a raccontare la tensione, dentro e fuori dell’amministrazione comunale, della vendita del bosco di monte Caruso da parte dei Doria ad alcuni imprenditori di Rionero. Una trattativa tra privati che di fatto espropriava decine e decine di agricoltori dal lavoro della terra. Claps racconta di quelle circostante e dell’acquisto, caldeggiato fortemente da Verrastro, che si risolse con la pressione sui Doria a vendere al Demanio forestale, con “un ben lieto guadagno a favore dei Doria”.
Prima delle vicende politiche, che nell’arco di un decennio portarono Verrastro ad un escalation di successi elettorali anche grazie ai voti delle campagne, Claps ricorda la formazione cristiana del suo compagno di viaggio, cioè l’educazione ottenuta da mons. D’Elia e da don Vito Genovese, l’impegno nell’ordine Vincenziano e l’appassionata militanza in Azione cattolica.
Dalle parole dello storico di Avigliano, insomma, sembra emergere una riflessione su tutte: si può capire davvero Verrastro solo se lo si contestualizza nella sua Avigliano, dove ha ricevuto una formazione cattolica e umana autentiche che lo ha caratterizzato per sempre. Qualità ricordate nella prima giornata dedicata alla celebrazioni verrastriane, venerdì scorso.
g.sil.

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