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“VOGLIO che Postiglione si esponga in modo chiaro, deve farmi capire se vuole davvero vendere il Potenza”. Simone Visentin, non possiamo ancora dire se a torto o a ragione, dà l’idea di uno che sta per esaurire la pazienza. Aspetta un cenno esplicito da Postiglione, vuole incontrarlo di persona, pur sapendo del grave momento di difficoltà che sta vivendo il patron rossoblu.
L’imprenditore friulano non vede di buon occhio l’attuale andazzo di una trattativa che stenta a decollare. Vuole un contatto diretto, faccia a faccia, con Postiglione. “Voglio avere il piacere di conoscerlo – ci spiega – voglio che davanti ad un caffè mi dica che vuole vendere il Potenza, da quel momento possono entrare in gioco tutti i consulenti di questo mondo, sia i miei che i suoi”.
E’ il ragionamento di un friulano rigido, quadrato. Per lui il mancato incontro de visu è un particolare assai importante, “una banalità che però sta facendo diventare tutto talmente difficile”. Il ragionamento di Visentin non è contorto, dal suo punto di vista. “Una trattativa per vendere eventualmente la mia azienda di Monfalcone – ci spiega al telefono – non la intavolerei certo a Palermo, per quanto mi riguarda parliamo di una società che ha sede a Potenza, quindi la trattativa si deve svolgere nel capoluogo lucano”. Poi però corregge il tiro, convintissimo solo di non voler mettere piede a Salerno: “se Postiglione è d’accordo a questo punto potremmo incontrarci anche a Roma, risparmierei metà strada, ma il suo indirizzarmi a vari consulenti non fa altro che complicare le cose”.
Quel che apprendiamo, in ogni caso, è che Visentin ha letto quanto riportato sull’edizione di ieri del nostro giornale. Il Potenza, ad oggi, costa circa 260mila euro al mese. “Credo che bisognerebbe essere soltanto grati a chi dimostra seriamente di volersi sobbarcare un onere del genere, Postiglione un prezzo non me l’ha mai fatto ma leggendo varie cifre bisogna ricordarsi di una cosa: la Triestina, in B, è stata acquistata per quattro milioni di euro”. Parametro, da quel che sottintende il costruttore di Monfalcone, su cui regolarsi per una valutazione congrua di una società di Prima Divisione che naviga in cattive acque.
Ancora Visentin: “per me si tratta di una normale cessione d’azienda, possono bastare anche due o tre giorni per portarla a compimento se c’è forte volontà in tal senso”.
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