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di ANNA MARIA CALABRESE
POTENZA – Influenza A e i mille dubbi del vaccino. Parte l’immunizzazione di massa, ma pochi medici partecipano. E nel clima di incertezza, le famiglie non sanno scegliere. Mercurio bandito per sempre dai termometri, additivi pericolosi. Persino tracce di squalene, l’immuno-coadiuvante accusato di aver scatenato una nuova devastante sindrome ereditaria tra i militari nella Guerra dei Golfo. Quanta paura e quanti interrogativi attorno al vaccino contro l’Influenza A.
Proprio nei giorni in cui nel capoluogo di regione aumenta la paura, la percentuale di medici che ha scelto di essere vaccinata è bassissima. Scelta che tanti vedono come un suggerimento implicito alla prudenza. Come a dire: «Meglio non fidarsi; è stato realizzato troppo presto e troppo in fretta».
Abbiamo ascoltato il parere di due pediatri potentini per cercare di fare un po’ di chiarezza. Il messaggio che mandano è “tranquillizzante”.
«Non esistono pericoli – affermano. Il vaccino è sicuro così come accertano le certificazioni dell’Istituto superiore della Sanità». «Tutti i casi di influenza di questi giorni tra i bambini, dati i sintomi, sono verosimilmente casi di influenza A-H1N1», dice il pediatra Giuseppe Morero. «Nessun vaccino è esente da rischi, ma qualsiasi campagna vaccinale mette sul piatto della bilancia pro e contro. E l’Emea, sulla base di documentazione scientifica e sperimentazione, dice che il vaccino contro l’Influenza A può essere iniettato dai 6 mesi di vita in su. Gli studi di sicurezza a breve termine dicono che non ci sono rischi. Studi a medio-lungo termine ancora non sono stati effettuati, considerato il fatto che il vaccino è da poco sul mercato. Sono del parere che, come è stato previsto, bisogna, in primo luogo “coprire” le persone a rischio e non ritengo opportuna una vaccinazione “a tappeto” per tutti i bambini, anche quelli che non hanno sintomi di influenza. Non ha senso mettere i bambini al primo posto delle vaccinazioni. Per i bambini l’influenza non è un pericolo. La prendono facilmente, ma la superano bene se vengono curati con i normali farmaci antinfluenzali».
Il problema è che i bambini sono il maggior veicolo di trasmissione. «Per questo – afferma il pediatra Giovanni Tramutoli – si sta diffondendo l’opinione che devono essere immunizzati. Esistono degli studi che dimostrano che, nel momento in cui si riesce a vaccinare il 75 per cento dei bambini, l’epidemia si blocca. Il problema è che non si è mai riusciti, finora, a coprire una “fetta” così ampia, pertanto non ha alcun senso vaccinare indiscriminatamente tutti i bambini. E’ invece necessario, in linea con quanto stabilito dalle direttive ministeriali, vaccinare i bambini affetti da patologie croniche». Il vero problema, semmai, continua il dottor Tramutoli «è che l’influenza A c’è già, ma in molti casi bisogna ancora vaccinare: speriamo tardi il picco di contagio». Riguardo le donne incinte, poi, un altro pediatra (il cui nome, per suo volere, non pubblichiamo, ndr) afferma che «oggi non conosciamo la risposta immunitaria in gravidanza, ma sappiamo che in questo particolare periodo i rischi di qualsiasi complicanza sono quattro o cinque volte superiori». Le future mamme «possono sottoporsi al vaccino, ma meglio senza adiuvante». Il dottore sostiene che «è bene siano vaccinate soprattutto le donne in attesa che hanno altri figli all’asilo o a scuola dove il virus circola, oppure donne in gravidanza che lavorano ancora, a contatto col pubblico. Non temiamo vittime e non ci preoccupano neppure gli effetti del vaccino. D’altra parte, su oltre 400 mila casi, finora ci sono stati 12 morti. Ma il virus A/H1N1 ha ucciso una sola volta. L’unica vittima della nuova influenza è la donna morta a Messina il mese scorso di polmonite. Gli altri erano persone con gravi patologie già esistenti, dunque già a rischio di per sé. Per quanto riguarda la bambina di Napoli, aspettiamo i risultati dell’autopsia prima di trarre conclusioni. E’ assolutamente illogico e senza senso appellarsi alla necessità di vaccinare subito, indiscriminatamente, tutti bambini contro il virus della nuova influenza».
2. Continua
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