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SIMONE Visentin non si è lasciato pregare. Ieri ha telefonato all’avvocato Simone Labonia di Salerno, professionista che da diversi anni segue le vicende di Postiglione e del Potenza Sport Club, assieme al consulente economico Espedito esposito.
«Ho manifestato all’avvocato le mie intenzioni – dice Visentin – mi ha promesso una telefonata per fissare un appuntamento a breve, ma finora ancora nulla. Attendo che accada qualcosa domani (oggi, ndr)». Testo registrato alle ore 20 di ieri sera, quando ancora nessuno si era fatto sentire dalla città campana.
Resta comunque aperta la disponibilità a trattare la cessione, nonostante i tanti accadimenti della settimana scorsa, non ultima la defezione (alla luce dei fatti, giustificata) del patron Postiglione al primo approccio del friulano con il capoluogo.
«Io non posso entrare nel merito dei fatti personali del presidente. Ho letto qualcosa, qualcosaltro mi è stato riferito. Personalmente resto sempre in attesa di conoscere il massimo dirigente del Potenza per iniziare a intavolare una trattativa. Questi fatti possono pregiudicare qualcosa? Assolutamente no: una cosa è la sfera personale, un’altra quella societaria», chiude Visentin.
Anche se la sensazione è che più tempo passi e più diventi tutto difficile. Per questo l’imprenditore friulano, da una parte, sta mordendo il freno per avere un via libera che possa accelerare le operazioni del passaggio di proprietà, proprio nello stesso momento in cui, dall’altra parte, un patron a caccia di serenità, dovrebbe avere lo stesso interesse. Eppure qualcosa sembra frenare le operazioni.
Oltretutto, la considerazione che emerge è che se Postiglione effettivamente voglia ricevere in cambio qualcosa dall’ipotetica cessione deve dare uno scossone e farsi vivo per confermare le sue intenzioni di cedere il pacchetto.
Questo potrebbe avvenire entro un paio di giorni, dal momento che (sembra) la situazione in città si è tranquillizzata.
Adesso, senza che nessuno lo interpelli, anche lo stesso Visentin ha le mani legate, ma nel momento certo in cui si stabilirà il primo contatto tra i due soggetti (o tra i loro rappresentanti), l’imprenditore farà capire realmente le sue intenzioni e i tempi in cui le vuole attuare.
Quando a Potenza venne Raffaele Bruno fece intendere che un interesse suo e di suoi amici imprenditori del nordest poteva essere concretizzato tra maggio e giugno. La famiglia Bruno (con il costruttore c’era anche il fratello Nino) resta amica di Visentin, vicina a lui, per cui andrà verificato se la scadenza è la stessa di allora o il precipitare degli eventi in casa-Potenza, abbrevierà i tempi.
Resta confermato che sul territorio potentino un coinvolgimento generale dell’imprenditoria locale sarà strettamente connesso alla chiusura dell’operazione di cessione. Ossia, nessuno interferirà con le operazioni di rilevamento delle quote di Visentin. Un ipotetico accordo ulteriore si potrà fare solo in un secondo momento, aprendosi a Potenza, ma non anche ai semplici tifosi.
L’operazione dell’azionariato popolare è, nel mondo del calcio, assolutamente impossibile da realizzare, e tale resterà anche a Potenza.
Dove, però, tutto quanto accaduto nei giorni scorsi rischia comunque di condizionare pesantemente la trattativa. Bisogna quindi vivere molto alla giornata e procedere per gradi. Il primo passo sarà questa telefonata attesa per oggi e nella quale sarà concretizzato un appuntamento. Il secondo si materializzerà subito dopo.

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