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di MIMMO DONVITO
Quella che stiamo per raccontare, è la storia di Stefano, un giovane come tanti, della provincia di Potenza, che come purtroppo capita a tanti giovani oggi, nella fase dell’adolescenza, sulla sua strada ha incontra l’alcol . Stefano è di buona famiglia, si diploma da geometra, ma nel frattempo non si rende conto, che quello che era diventato un vizio, stava per farlo sprofondare in un buco nero, dal quale, è riuscito ad uscire solo oggi, grazie alla sua buona volontà, ma soprattutto all’aiuto del Dott. Angelo Laieta, ( responsabile del centro di salute mentale del dipartimento di Potenza) bravo ad indicargli la strada giusta che lo conduce alla cooperativa Fratello Sole di Santa Maria D’Irsi. Infatti, è proprio nel centro di cura per malattie psichiatriche e da dipendenze, che Stefano è riuscito a ritrovare «Un pezzo per volta», tutti i tasselli i che hanno ricomposto il puzzle della sua vita, fino a vincere nei giorni scorsi un concorso nelle Asl, che gli consentirà a breve, oltre che a ritrovare se stesso, anche un ottimo posto di lavoro. Stefano racconta al Quotidiano la sua esperienza, insieme al presidente della cooperativa Fratello Sole, Giuseppe Lorusso: «Posso ritenermi una persona fortunata – inizia Stefano – a volte si può buttare via la propria vita senza neanche rendersi conto. Io – racconta Stefano – non ho un vissuto tanto particolare da raccontare. Il mio problema è stato generato dall’abuso di alcool, questa dipendenza mi ha fatto spezzare quel legame importante, che avevo con la società, e soprattutto con la mia famiglia, fino ad arrivare al punto di tentare di fare loro del male. È stato allora che il Dott. Laieta che mi ha preso in cura, mi ha indicato la cooperativa di Santa Maria D’Irsi. Dopo un periodo di terapie, grazie all’ambiente favorevole, che si vive nel centro Fratello Sole sono riuscito a ristabilirmi, al punto di decidere di riprendere la strada di casa, cose che poi ho fatto. Purtroppo non è passato molto tempo – spiega Stefano – che mi sono reso conto che ancora qualcosa non andava per il verso giusto, vedevo la mia famiglia come un ambiente ostile, non ero soddisfatto ancora una volta della società che mi circondava. A quel punto la strada per Santa Maria D’Irsi l’ho ripresa da solo. Sono ritornato al centro, convinto di aver intuito, che alla mia definitiva guarigione, mancava qualche pezzo che nella mia famiglia non riuscivo a trovare. In questi mesi – continua a raccontare Stefano – ho studiato molto, e grazie alla fiducia degli assistenti del centro, sono riuscito anche a vincere un concorso nelle Asl ed essere assunto come operatore socio sanitario. Da domani – conclude Stefano – sarò io, a prestare le cure, a chi, come è capitato a me, nella vita, non è ancora riuscito a ricomporre il suo puzzle». Spiega il presidente Giuseppe Lorusso: «Da anni ci battiamo tra mille difficoltà nella nostra missione – dice Lorusso – e spesso bisogna davvero lottare, contro la burocrazia, e tante altre situazioni che ci impediscono di accelerare nell’applicazione delle nostre attività. Abbiamo tante idee da poter sviluppare – spiega Lorusso – che come nel caso di Stefano, potrebbero servire per aiutare tanti altri ragazzi a riconquistare il proprio ruolo nella società – conclude – la nostra soddisfazione maggiore è quella che grazie al lavoro di tutti i collaboratori, attraverso un progetto risolutivo abbiamo ridato giustamente il sorriso ad un giovane che l’aveva smarrito». Il Dott. Angelo Laieta aggiunge : «La vicenda di Stefano – spiega Laieta – porta alla luce tra i tanti aspetti, uno che ritengo basilare: le persone affette da determinate patologie, oltre alle cure terapeutiche, che sono alla base del percorso di recupero, per poter raggiungere la totale integrazione sociale, hanno bisogno di riconquistare gli affetti – quando ci sono – e soprattutto per poter ritornare a svolgere un attività lavorativa, devono necessariamente riconquistare un ruolo attivo nella società».

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