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Il Wwf chiedere una «urgente» perizia pubblica comparata dei video «per fugare ogni dubbio e accertare appieno la verità sull’identità e il contenuto della nave affondata a Cetraro».
La richiesta arriva dal presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni, in una lettera inviata questa mattina al ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e al procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso.
Il Wwf riapre il caso della cosiddetta ‘nave dei veleni’, chiuso invece per il ministero e per la Direzione nazionale antimafia, a seguito dei risultati delle verifiche che hanno accertato che il relitto è una nave passeggeri affondata nel 1917 e non contenente fusti.
Nella lettera il Wwf segnala che «da alcune verifiche compiute dall’associazione esisterebbero delle incongruenze sui punti nave su cui hanno operato le due indagini filmate, ovvero, quello utilizzato dalla Mare Oceano e quello su cui ha indagato la stessa Regione Calabria circa un mese fa.
Secondo queste analisi il punto su cui ha operato la Mare Oceano sarebbe a tre miglia e mezzo (6,5 km circa di distanza) dal luogo dove era stato individuato dalla Regione Calabria il relitto della sospetta nave dei veleni (le coordinate fornite dalla Regione di quest’ultima sono: 39 gradi 28,50 primi nord, 15 gradi 41,57 primi est; mentre quelle della nave mercantile Catania, come risulta da dati tratti dall’Ufficio idrografico del Regno Unito, sono: 39 gradi, 32 primi nord, 15 gradi, 42 primi est)».
Per questo il Wwf chiede una perizia pubblica comparata tra i due video girati dal Rov della nave Coopernaut Franca della società Nautilus, che ha agito su incarico della Regione Calabria, e dell’Arpacal e dal Rov della nave Mare Oceano della società Geolab incaricata dal ministero dell’Ambiente.
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