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Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali lucani in un video racconta del suo viaggio verso la Mythen di Ferrandina. Ma sul resoconto servono 97839alcune precisazioni Di seguito lo stralcio dell’intervento di Bolognetti

«SONO in macchina e sto percorrendo la S.S. 407, meglio nota come Basentana. Partendo da Tito scalo ci dirigiamo a Ferrandina». Parte così il racconto di Maurizio Bolognetti segretario dei Radicali lucani. Racconta di una visita al secondo sito di Bonifica di interesse nazionale della Basilicata, quello della Val Basento. «A Ferrandina troveremo quel che resta dello stabilimento liquichimica e soprattutto lo stabilimento Mythen/Ecoil, che è stato finanziato con 45 miliardi di vecchie lire, attraverso la legge 488/92, per svolgere un’attività industriale finalizzata al recupero di oli esausti e di prodotti chimici (…)». Poi il viaggio continua «nella Basilicata dei veleni industriali e politici. La Val Basento ha ospitato sin dai primi anni sessanta e fino alla fine degli anni settanta industrie che producevano clorosoda, cloruro di vinile, polivinile cloruro(Pvc). Il Sito dell’area industriale della Val Basento è stato individuato quale sito da bonificare con l’art. 14 della legge 179 del 31 luglio 2002. Sei i comuni lucani coinvolti: Ferrandina, Miglionico, Pisticci, Pomarico, Grottole e Salandra. Nel 2003 viene approvato il Piano di caratterizzazione preliminare dell’area in cui è insediata la Mythen Spa (…) Nel novembre del 2008, l’assessore all’ambiente della Regione Basilicata, Vincenzo Santochirico, dopo un incontro con il management della Mythen, parla di “criticità che non agevolano la produzione, come ad esempio la mancanza della rete fognante”».
Il punto, dice Bolognetti, è che «come a Tito anche a Ferrandina e nell’intera Val Basento la bonifica langue, i piezometri da cui dovrebbe essere prelevata l’acqua per monitorare lo stato di salute della falda sono arrugginiti».

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