4 minuti per la lettura
di ROSSELLA MONTEMURRO
DA Napoli in Basilicata per un sabato di shopping con soldi rigorosamente falsi.
I carabinieri della compagnia di Tricarico e della stazione di Grassano hanno definito “shopping tour” quello effettuato nella giornata di sabato da una banda di napoletani, specializzata nello smercio di banconote false del taglio di 100 euro, nello scorso weekend in trasferta nella nostra regione. Le spese folli (i militari hanno rinvenuto nell’auto utilizzata dai tre circa 2000 euro di spesa tra generi alimentari e altra merce) hanno però subito una definitiva battuta d’arresto la sera di sabato, a Grassano, quando per il quarantaquattrenne Bruno De Luca di Cercola, sua moglie Stefania Piras (classe ’75, nata a Cagliari ma domiciliata a Napoli) e per la quarantasettenne Alba Solla di Napoli sono scattate le manette: sono stati colti in flagranza di reato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla spendita di monete false e ricettazione.
I tre hanno precedenti per reati contro il patrimonio, contro la persona e per traffico internazionale di stupefacenti.
La prima tappa della banda, alle 11,30 di sabato, è stata una farmacia di Albano di Lucania. Subito dopo, a Campomaggiore, sono stati presi di mira un minimarket e una macelleria, un ristorante a Grassano, una farmacia e una macelleria a Pomarico, una cartolibreria a Ferrandina e due supermercati a Grassano. Questi ultimi due “colpi”, solamente tentati, sono stati decisivi per l’arresto. Ieri, durante una conferenza stampa, il capitano Giuseppe Prudente, comandante della Compagnia dei carabinieri di Tricarico e il brigadiere Giovanni Scaramuzzi, comandante interinale della stazione di Grassano, hanno ricostruito la vicenda.
A Grassano, intorno alle 20 di sabato, le due donne sono entrate in un supermercato e, dopo aver fatto la spesa, hanno consegnato una banconota di 100 euro. Il commerciante si è accorto che era contraffatta e, mentre le due donne fuggivano, ha avvisato il 112.
«La Stazione di Grassano ha “cinturato” il paese, bloccando ogni via di accesso – ha affermato il capitano Prudente – E’ stato inoltre predisposto con l’Aliquota operativa della Compagnia di Tricarico in borghese un servizio di osservazione e controllo del territorio».
Alle 20,20 le donne entrano in un altro supermercato ma sono individuate dai militari (non è servito il tentativo di disfarsi dei 100 euro alla vista dei carabinieri). Un’altra pattuglia, all’esterno blocca De Luca che, in una Fiat Bravo, le attendeva con il motore acceso e la marcia ingranata, pronto per far perdere ogni traccia.
Dalla perquisizione condotta nell’auto, i militari hanno scoperto circa 2000 euro di merce. Dalle perquisizioni personali, invece, sono stati trovati 1500 euro, legali, ripiegati in singoli mazzettini (il resto che ricevevano ogni volta) e sei banconote da 100 euro contraffatte, nascoste all’interno delle scarpe.
Il modus operandi, quando si recavano negli esercizi commerciali, era sostanzialmente standard: De Luca attendeva le complici in macchina, pronto a partire. L’avanzato stato di gravidanza della Piras, inoltre, contribuiva a mitigare qualsiasi sospetto.
Grazie agli scontrini trovati in macchina e all’ausilio degli altri Comandi dell’Arma della regione, sono stati scoperti gli ulteriori acquisti della banda. Alla luce degli elementi raccolti a loro carico, su parere concorde della Autorità Giudiziaria di Matera, De Luca è stato accompagnato nel carcere della città dei Sassi, Solla in quello di Potenza mentre per Piras, poiché in avanzato stato di gravidanza sono stati disposti i domiciliari nella sua casa di Napoli.
I carabinieri della Compagnia di Tricarico, coordinati dal pm di Matera dottoressa Valeria Farina Valaori, stanno valutando nuovi elementi finalizzati alla raccolta di prove utili a far emergere altre “spese” effettuate dai tre in regione.
«A Tricarico, nel mercato rionale, non molto tempo fa un ambulante di Bitonto spendeva 20 euro falsi. Si punta sul fatto che la popolazione è anziana, sulla tranquillità dei luoghi ma si ignora che c’è un presidio dell’Arma – ha ricordato il capitano Prudente – L’introduzione dell’euro ha aumentato i livelli di sicurezza ma sono aumentati anche i sistemi per bypassarli, tanto che in un’occasione una delle macchinette utilizzate per rilevare soldi falsi ha riconosciuto come vera una banconota da 100 euro contraffatta. Un escamotage per accertarsi che non sia falsa è quello di verificare che il valore nominale, presente in alto a sinistra su ogni banconota, combaci perfettamente».
Sulla vicenda è stata inoltrata segnalazione al Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria e alla Banca d’Italia.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA