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di PARIDE LEPORACE
POTENZA – La tappa decisiva per le prossime regionali lucane passa per i seggi delle primarie di domenica prossima. La partecipazione al voto è un primo responso per comprendere lo stato di salute del Partito-Regione. La precedente tornata incoronò Piero Lacorazza registrando lo spoglio di 73000 schede nell’urna. Nella prima tornata gli iscritti hanno raggiunto quota 17600. Sono il cuore della comunità politica che domenica deve far raggiungere la quota dei 50000 partecipanti, asticella utile a confermare la robustezza dell’armata democratica. Poi si dovrà comprendere l’assetto vincente del nucleo dirigente.
Vincenzo Folino l’altra sera all’assemblea dei candidati di Roberto Speranza ha portato un aspetto di forte chiarezza. Una mossa tattica utile ha chiarito che l’uomo chiave della critica non lascia il partito. Folino resta nel Pd con carisma e talento e attraverso la mozione Speranza a chiare lettere propone l’alternativa di una linea di governo. Fino all’altra sera questo punto non era per nulla chiaro. Folino, isolato dal gruppo dirigente per singole convenienze, proprio grazie a quel gossip citato ad inizio del suo intervento, facendo intuire tentazioni terziste, ha tenuto tutti sulla corda. I rapporti con il presidente De Filippo erano tornati conflittuali con l’ex vicepresidente che non aveva entusiasmo nel sostenere una ricandidatura patteggiata. Oggi Folino mantiene alta la critica ma resta nelle regole del gioco del suo partito.
De Filippo ha risposto a Folino con una ecumenica dichiarazione rilasciata all’Ansa che dopo scontate considerazioni prepolitiche ricorda al suo antagonista che non c’è bisogno di “esclusivismi, di egemonie, di convenzioni ad escludere”. Il presidente si appella invece a quegli strumenti partecipativi che proprio il Pd ha dato alle scelte delle coalizione. In buona sostanza il governatore è pronto a partecipare alle primarie per una riconferma alle elezioni di marzo. Vito De Filippo conosce il suo consenso. Fatta salva l’area Speranza- Folino con tutti i suoi nobili addentellati, tutti gli altri big hanno ancora interesse a riproporre il presidente in carica. Anche le primarie nazionali sono per lui favorevoli. Se vince Bersani è garantito dal suo ruolo di colonnello lettiano, se vince Franceschini sarà il plenipotenziario Margiotta a tutelare il beneplacito romano da far acclamare in Basilicata.
Ma torniamo alla politica riemersa con l’allocuzione foliniana . Le sue parole hanno allontanato i sospetti sul fatto che potesse tramutarsi nel Cincinnato di Pietrapertosa. Ha dipinto il suo partito come subalterno a Di Pietro, incapace di analizzare la società lucana e con scarsa mobilità dei sui dirigenti. E’ emersa in modo esplicito la divergenza con Antonio Luongo. Un conflitto esistenziale oltre che politico attanaglia i gemelli diversi del Pd con analisi e strategie divaricate dopo molti lustri.
Il generale Luongo ha scelto la gestione dell’esistente pur di vincere. Folino insiste sul vuoto politico della sinistra lucana e diventa interlocutore di un mondo variegato che dalla Fiom si allarga ad un’indefinità galassia: la sponda funziona con tute blu e il popolo di matrice rossa. Con ardito gesuitismo Folino ha rivendicato l’uso politico di Martorano, Perri e Navazio come cavalli di Troia della sua azione di governo. Astutamente glissa di ricordare però gli scontri avuti con i seguaci di Montezemolo. Sulla “regione asservita al partito” abbiamo dei dubbi sul fatto che anche Folino sia esente da questo virus.
Resta da ricordare il giusto elogio amministrativo di Lacorazza (grande assente però dal dibattito congressuale) e l’arguzia ancora una volta tattica di attribuire ad altri la fuoriuscita di Falotico dal partito, circostanza tutta da verificare nei meandri del retroscena documentato. Nel discorso foliniano è poi significativa l’indicazione di fermare i concorsi per nuovi precari da parte della Regione.
Folino sostenendo Speranza è per un Pd “contendibile, più permeabile alla società lucana, più aperto”. Le urne domenica ci diranno questo progetto quanto è condiviso. Se il giovane assessore potentino sarà primo tutti dovranno confrontarsi con questo blocco di militanti e dirigenti che però nella loro serrata critica ai tre lustri di governo inseriscono anche il vincente modello della presidenza Bubbico. E’ equivoco da dirimere da parte loro e forse anche per discorso autorevole dello stesso Generale. Va indicato il modello di sviluppo lucano per i prossimi anni. Lo scontro ha offuscato questa riflessione. Gli scenari poi possono essere molteplici. Per esempio Adduce e Restaino che accettano il lodo Scalfari mettendo in minoranza i bersaniani critici e lasciando in sella l’attuale segretario fino alle prossime regionali. La mozione Speranza a quel punto dovrebbe subire De Filippo vincitore di nuove primarie?
Il tavolo regolatore delle diplomazie ha infinite possibilità. Lo strumento democratico della partecipazione del più grande partito di Basilicata ne regolarà gli equilibri. In quel quadrante Folino e De Filippo tornano a confrontarsi per le future decisive scelte.
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