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di SARA LORUSSO
POTENZA – Non è la prima volta che capita. Non è la prima volta che qualcuno prende di mira le raccomandate giunte a Potenza e che fa bottino della posta in smistamento nel capoluogo. Poi, sembra che gli assegni eventualmente contenuti in questi preziosi pacchi – almeno secondo la casistica degli ultimi tempi, stando ad alcune fonti sicure – se non si fa in tempo a bloccarli, vengano cambiati a Casoria, Secondigliano o in altri piccoli centri del Napoletano.
Allora facile ipotizzare che ci sia chi arrivi a Potenza di tanto in tanto e provi a fare “razzia”, per poi, fuori città, provare a incassare il bottino della refurtiva.
E’ accaduto anche mercoledì scorso, nella mattinata, quando in via Vespucci, durante le normali operazioni di smistamento, il portalettere ha subito un furto: 27 raccomandate sono state rubate. Fortunatamente, almeno per un caso tra i malcapitati mittenti, la vicenda si è risolta bene: uno degli assegni contenuti nella raccomandata che un cittadino veneto, originario della Basilicata, aveva spedito a Potenza a un familiare, era stato incassato prima che si facesse in tempo a bloccarlo, in una banca di Casoria (gli altri tre, invece, dato l’allarme, non erano stati ancora trasferiti su nessun conto). Ieri, però – nel frattempo erano state avviate le indagini della Polizia Postale che aveva raccolto la denuncia delle Poste qui a Potenza e dei Carabinieri allertati dal mittente veneto – al cittadino è stato restituita la somma dell’assegno che era stato, nel frattempo, rintracciato.
La settimana scorsa il cittadino si era accorto dell’accaduto allertato dal parente che, trovato nella cassetta della posta l’avviso di ritiro della raccomandata, aveva provato a contattare gli operatori di Poste italiane per capire in quale ufficio potesse ritirarla invece di attendere un nuovo tentativo di consegna a domicilio. Ci è voluto un po’, diverse telefonate, alcuni giri tra gli operatori e l’indomani mattina, quando il destinatario è riuscito a contattare l’operatore giusto, la scoperta: la raccomandata attesa era tra quelle trafugate al postino il giorno prima. Subito il tentativo di bloccare gli assegni. Per uno, nulla da fare: era già stato incassato. Nel frattempo, anche Poste italiane aveva sporto denuncia. Fino alla buona notizia, almeno per una delle 27 raccomandate: somma di denaro recuperata e disavventura accantonata.
Così, Poste italiane, pur nella consapevolezza di aver procedure informatiche e percorsi di sicurezza elevate, ricorda ai cittadini che è bene sempre informarsi, prima di una spedizione, sulla modalità più idonea in base al prodotto da inviare. Nel caso di assegni, magari, meglio un’assicurata che consente alle Poste, con la massima riservatezza, di conoscere subito il contenuto della raccomandata e dunque avviare, in caso di furto o rapina, procedure di sicurezza e avviso delle banche e degli enti interessati. Nel caso specifico, si trattava di “raccomandata 1”, di quelle che garantiscono la consegna in sole 24 ore, ma sul cui contenuto non c’è assicurazione, seppure a fronte di una tassa di spedizione di nove euro.
Va bene, almeno uno dei 27 mittenti ha potuto mettere la parola (lieto) fine all’accaduto. Restano massimi i livelli di allerta, anche per chi, come gli operatori delle Poste, deve fare i conti con malintenzionati non certo alle prime armi. Tanto vale, allora – soprattutto per i cittadini – prevenire. Alle Poste assicurano gli sportelli sono a disposizione per aiutare nella scelta del servizio più adeguato.
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