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di TONINO PERNA*
Gentile governatore, le scrivo per esprimere uno stato d’animo diffuso in diverse componenti dell’elettorato di centrosinistra calabrese. A differenza di cinque anni fa, quando montava una grande rabbia e voglia di cambiamento rispetto alla disastrosa gestione della giunta Chiaravalloti, chi si colloca oggi nel centrosinistra è in grande difficoltà. Si trova confuso, depresso e scoraggiato. Non si aspetta più grandi cambiamenti, non vorrebbe che vincesse la destra, ed allo stesso tempo non se la sente di votare per quello che si chiama “il male minore”. È in questo clima, certo non esaltante, che va vista l’autocandidatura dell’imprenditore Pippo Callipo. Una candidatura che raccoglie un significativo consenso che va al di là del programma – che non c’è – e della stessa persona di Callipo, che per il solo fatto di chiamarsi fuori dalla “casta” attira come un magnete una massa crescente di scontenti e delusi dal sistema dei partiti. D’altra parte, il ricatto “ma così vince la destra” non funziona più. Come la società anche la sfera della politica è diventata sempre più fluida, non ci sono più appartenenze e identità forti, e contano sempre di più i profili dei candidati, la loro storia e la capacità di comunicare. Contano sempre meno i programmi – che sono visti ormai come promesse elettorali -, ma contano ancora i fatti, vale a dire le cose realizzate, le capacità dimostrate nell’amministrare il territorio. Partendo da queste premesse mi è venuto in mente che sarebbe corretto e utile per tutti se lei avesse la possibilità di mettere nero su bianco rispondendo ad alcune domande. La sua vita personale non ci interessa, ma ci interessano alcune questioni e punti nodali. Le domande che trova qui di seguito sono il frutto di una consultazione random di un numero significativo di elettori di sinistra, dei cugini della Sem, e anche di alcune considerazioni personali di cui mi assumo la responsabilità.
1. Se dovesse sintetizzare in “tre voci” che cosa ha fatto di rilevante la giunta Loiero che cosa direbbe ?
2. La sua giunta ha visto la compresenza di politici di lungo corso, di dubbia moralità, accanto a tecnici di indubbio valore. L’impressione che si ha è che lei sia in grado di unire il diavolo con l’acqua santa: è questo un metodo ineludibile per chi voglia governare la Calabria? Si sente un po’ andreottiano nella gestione del potere?
3. Lei è stato deputato di Forza Italia negli anni ’90. Poi ha cambiato schieramento: che cosa l’attraeva in Forza Italia e nel suo leader? E che cosa l’ha fatta passare dall’altra parte?
4. Quando si è insediato come presidente della Regione ha scritto sul “Corriere della sera” per chiedere scusa ai turisti del mare sporco. Quest’anno abbiamo assistito a un balletto di cifre sull’inquinamento del nostro mare: che cosa è cambiato? E’ così difficile fare funzionare i depuratori?
5. Durante la scorsa campagna elettorale, in un dibattito a Lamezia, le è stato chiesto se ritenesse “l’acqua” un bene comune. Rispose di sì, ma la sua azione di governo ha visto prevalere la linea della privatizzazione dell’acqua. Perché? Si è pentito, ha cambiato idea o non ce l’ha fatta ad andare contro gli interessi delle imprese locali e multinazionali?
6. La sanità in Calabria è allo sfascio. Gli scandali hanno accompagnato gli anni del suo governo come il tic-tac di un orologio a pendolo. Certamente i governi precedenti non avevano fatto di meglio, ma lei che cosa ha fatto per cambiare il corso delle cose? Ha avuto spesso la responsabilità diretta di nomina dei direttori delle Asl: ha pensato più alle appartenenze o al merito e alla capacità tecniche?
7. Nella scorsa campagna elettorale lei si è opposto con determinazione alle primarie richieste dal movimento Progetto Calabrie. Dopo una lunga negoziazione tutto si è risolto nell’Assemblea Farsa dei “Grandi Elettori”. Oggi, lei non solo è diventato favorevole alle primarie, ma ne ha sostenuto anche una controversa legge che le renderebbe obbligatorie e a carico dell’ente Regione. Visto che questa legge è stata momentaneamente bocciata non si potrebbero fare le primarie per la scelta del presidente nell’area di centrosinistra con lo stesso metodo delle primarie per Prodi? Se lei fosse veramente disponibile a competere con altri candidati perché non fissa una data credibile in modo tale che chi volesse sfidarla si possa organizzare per tempo?
8. Non potrebbero essere le primarie per la presidenza gestite da organismi indipendenti che ne garantiscano la serietà, una opportunità per non dividere il centrosinistra e indurre lo stesso Callipo a parteciparvi?
9. Rispetto ai rifiuti tossici e radioattivi che hanno inquinato la nostra terra e il nostro mare, cosa ha fatto la giunta regionale, e quando ha iniziato a prendere una posizione netta? E cosa intende fare oggi ?
10. Come dice un giovane di Canolo: e ora? Vale a dire: cosa intende fare di fronte allo sfascio del territorio calabrese, all’emigrazione di massa, alla deriva morale di questa Regione? Ovvero: quali novità ci dobbiamo attendere nei prossimi cinque anni se lei governerà ancora ? In attesa di una sua gradita risposta le porgo i miei più cordiali saluti.

*presidente della Sem
(Sinistra europea mediterranea)
Professore Perna, rispondo e rilancio: ecco i miei risultati di AGAZIO LOIERO*
Gentile professore Tonino Perna, ovviamente non mi sottraggo alle dieci domande che mi ha posto ieri attraverso il Quotidiano. Come molti in Calabria sanno il confronto che mi propone è il campo che prediligo, dove un politico può dar conto di quello che ha fatto e di quello che non è stato in grado di fare. Il resto, il gossip, la violenza verbale, di cui spesso in Calabria siamo costretti a cibarci, è fuori dalla mia dimensione culturale e umana. Ecco allora le mie risposte.
1) Le dirò che non si può riassumere in tre voci quello che ha fatto la Giunta da me presieduta. Ma lei ne vuole solo tre e io l’accontento. Perché alle scelte di legalità e trasparenza, si aggiungono il miracolo dei fondi comunitari recuperati e spesi, di quelli programmati con il plauso dell’Europa. “Una performance al limite del miracolo” ha detto il delegato della Commissione Ue Michel Laine a Sibari nel giugno scorso. Secondo: il Piano di istruzione. Un investimento complessivo pari a 101 milioni di euro nel biennio 2008-2009, dove 6.675 studenti hanno fatto viaggi-studio in Europa finalizzati all’apprendimento delle lingue in istituti certificati; 27.440 studenti hanno usufruito di buoni premio assegnati dalla Regione ai più meritevoli; 8.336 giovani diplomati neo-iscritti all’università sono stati coinvolti in percorsi di azzeramento del deficit delle competenze; 9.800 studenti hanno partecipato ai “Campi scuola”, attività didattiche fuori dall’ambiente scolastico. Terzo: le misure per l’occupazione. Ben 1.844 lavoratori precari sono stati stabilizzati grazie a un mix di incentivi e agevolazioni all’assunzione con un investimento complessivo pari a 54 milioni di euro. La riduzione del precariato era uno degli obiettivi prioritari del programma elettorale. 2.200 lavoratori disoccupati sono stati coinvolti in piani di reinserimento occupazionale (13,2 milioni di euro); 5.320 nuovi posti di lavoro sono stati creati grazie a incentivi all’assunzione a tempo indeterminato (105 milioni di euro); 1.591 iniziative di lavoro autonomo sono state avviate (61 milioni di euro); 3.500 donne lavoratrici hanno usufruito dei cosiddetti “voucher di conciliazione”, ovvero buoni spendibili per tate e servizi per l’infanzia (21 milioni di euro); 70 imprese calabresi hanno usufruito di incentivi per la costruzione di nidi aziendali o la sperimentazione di altri servizi finalizzati a migliorare la qualità della vita dei dipendenti (6 milioni di euro).
2) Trovo infondata la sua affermazione. Essere politici di lungo corso, intanto, non vuol dire essere di dubbia moralità. Tuttavia, per quanto riguarda la Giunta, tenuto conto che le scelte, tranne che per due persone, devono avvenire all’interno del consiglio regionale ho sempre tentato di scegliere uomini e donne con la passione e le competenze per affrontare i problemi della Calabria. Certe volte ci sono riuscito, altre volte no. Faccio sempre fatica ad affrontare questioni cosiddette morali. Esiste una ricca e colta aneddotica che consiglia prudenza su tale tema. Le ricordo che nella Giunta che ho presieduto nel tempo ci sono state e ci sono persone che hanno ricevuto un avviso di garanzia o al più una richiesta, da parte del pm, di rinvio a giudizio, ma non esiste alcun caso in cui il gip, cioè un giudice terzo, ha ritenuto me o un assessore meritevole di essere mandato a giudizio. Per quello che riguarda me, se fossi rinviato a giudizio dal gip per l’ormai nota vicenda “Why not” o per altre vicende giudiziarie che dovessero sorgere non mi candiderei. So bene che il regolamento del Pd prevede l’impossibilità di candidarsi solo nel caso di condanna in prima istanza ma la Calabria è speciale. E’ considerata un territorio dove sembra imperversare tutto il male del mondo. Il suo presidente non può di conseguenza apparire toccato all’ala. E’ una cosa ingiusta e anche un po’ dolorosa che ci segna come calabresi di un tratto di alterità, ma io l’ho assunta come una sorta di codice interiore che solitamente postula un supplemento di rigore rispetto a quello scritto. Rilevo a questo punto una stranezza. Lei intravede nelle giunte da me presiedute “una compresenza di politici di lungo corso, di dubbia moralità accanto a tecnici di indubbio valore”. Devono essere un poco spregevoli questi tecnici di indubbio valore che si riducono a convivere nello stesso organo con politici di dubbia moralità.
3) Si sbaglia. Non sono stato mai deputato di Forza Italia. Nel 1996 – i tempi, potrà vedere, sono importanti – sono stato eletto senatore del Ccd, il partito di Casini: una costola della mia formazione politica originaria, la Dc, sorta in presenza della diaspora del ’94. All’epoca la Lega era all’opposizione e predicava la secessione e il Berlusconi degli esordi, che ai tempi della Bicamerale spingeva molto per avermi nel suo partito, non è certo quello di oggi. Alla caduta del governo Prodi, nell’ottobre del ’98, ho contribuito a salvare la legislatura partecipando a un governo di centrosinistra prima da sottosegretario e successivamente per due volte da ministro. Di fatto mi sono collocato a sinistra prima che la Lega tornasse trionfalmente nel centrodestra e ho lavorato per la costruzione della Margherita. Il resto è storia dei giorni nostri. Ma non sono stato accolto male dal centrosinistra se qualche anno dopo, nel 2005, sono riuscito con una coalizione conflittuale – alle primarie si ritirarono Sdi e Udeur – a vincere contro il sindaco più amato d’Italia, Abramo, con un distacco di 20 punti.
4) A distanza di anni, devo ammettere di essere stato un po’ superficiale, non tanto per le scuse in sé, doverose, bensì per le attese generate. La situazione dell’ambiente che abbiamo ereditato era drammatica! Era quella nota a tutti, agli ambientalisti in testa. Non ci siamo scoraggiati. Abbiamo lavorato, programmato e speso – e bene – risorse importanti. Abbiamo fatto partire decine e decine di depuratori per mille motivi fermi. Abbiamo bonificato aree diventate discariche abusive. Il mare, contrariamente a quanto lei dice, oggi, a parte le sospette scorie radioattive, non risulta inquinato. E’ sporco per ragioni che Greco ha più volte spiegato ai calabresi.
5) Non era una boutade elettorale. Sono convinto che l’acqua sia un bene comune, da tutelare per garantirla a tutti. L’accordo con la Sorical, le ricordo, è precedente alla mia gestione. Uno dei miei primi gesti fu il tentativo di azzerare tutto, di liberare la Regione da quell’accordo. Lo confesso pubblicamente: ero e sono convinto che avremmo nel tempo potuto ricavare maggiori vantaggi dalla presenza sul nostro territorio di quel bene prezioso. I consulenti giuridici mi bloccarono. Se avessi impiantato un contenzioso la Regione ne sarebbe uscita con le ossa rotte. Tuttavia, con Sorical abbiamo dialogato. E’ stato possibile anche per questo sbloccare la Diga sul Menta e altre opere, è stato possibile così avviare definitivamente a soluzione, come avevo garantito ai reggini, il problema dell’acqua nella città dello Stretto. Era una di quelle opere ferme da decenni e lei che, se non vado errato, è reggino può comprendermi più degli altri. A me all’inizio della legislatura appariva assurdo che Reggio Calabria potesse continuare ad avere i rubinetti privi di acqua o con acqua salata. L’idea che di qui a qualche mese i reggini avranno acqua normale e in abbondanza mi dà una soddisfazione sottile e deve essere apparsa accattivante anche al sindaco di Reggio Calabria se ogni tanto, diciamo almeno una volta al mese, mette il casco e si reca sui cantieri della Sorical che, lo ricordo, è una società appartenente in maggioranza alla Regione.
6) Io direi che la Sanità in generale è in difficoltà. Ma starei attento a dire che è tutto uno sfascio. Ci sono realtà vive da cui ripartire per assicurare ai calabresi una sanità normale. Non so a quali scandali si riferisca. Ci sono stati episodi traumatici. Ed è vero che il settore ha bisogno di “cure da cavallo”. Abbiamo verificato una realtà difficile e complicata. E sono stato io a voler far luce fino in fondo sulla situazione del deficit che è stato prodotto nella misura dell’80 per cento dall’amministrazione che ci ha preceduto, come afferma Kpmg, l’organo terzo che il Governo Berlusconi ci ha, su mia richiesta, inviato. E’ stato scoperto un baratro e non ci siamo tirati indietro. Abbiamo ormai definito un piano di rientro che razionalizzerà il sistema sanitario sul territorio per garantire sicurezza ai cittadini e agli operatori del settore. Alla fine risulterà la mia più dura battaglia di questa legislatura. E arrivo ai direttori generali che in questi anni sono stati nominati. Alcuni non sono stati all’altezza del compito loro affidato. Per evitare errori, abbiamo affidato negli ultimi anni la valutazione dei titoli a una commissione esterna. E quando è stato ritenuto necessario abbiamo anche fatto un concorso. Non mi nascondo che alcuni direttori avessero appartenenze politiche note ma non sono stati scelti per questo.
7) I suoi ricordi vanno integrati. Parlare cinque anni fa di primarie all’americana era un po’ prematuro. Siamo stati i primi in Italia a farle. Oggi, quindi, non ho cambiato idea. Tutt’altro. Le primarie alla Prodi di cui lei parla non sono altro rispetto alle primarie previste, con gli ultimi correttivi soprattutto, dalla legge regionale. A questo punto però chi vuole si candidi. C’è posto per tutti. E’ la democrazia.
8) Mi creda o no, sono in perfetta sintonia con queste due sue domande. Forse è un sogno ma io mi sorprendo a coltivarlo. E anche se Callipo ha sempre detto che la sua candidatura è anche contro il centrosinistra io tenderei ad attribuire a tale affermazione un valore di dettaglio.
9) Contro i rifiuti tossici e radioattivi, come è ben noto e possono documentare le pagine dei giornali, dal giorno dell’insediamento abbiamo sviluppato un programma rigoroso. Abbiamo mappato e avviato la bonifica delle discariche, abbiamo individuato i siti inquinati da scorie a Crotone e altrove e incalzato il governo per la loro bonifica, abbiamo messo in campo le strutture del Dipartimento all’Ambiente e dell’Arpacal per tutti gli interventi possibili. Il caso Cetraro è emblematico. La presunta nave dei veleni l’abbiamo scoperta noi, grazie all’impegno dell’assessore Greco, e tutti, anche la magistratura, ce ne hanno dato atto. Non ne facciamo una medaglietta. Il fatto è che siamo allarmati. E siamo vigili. Dovrebbe esserle noto che la competenza sui rifiuti tossici e radioattivi sul territorio e, ancora di più in mare, è di esclusiva statale. Ciò non vuol dire che ci mettiamo da parte. Tutt’altro. Il governo deve intervenire e noi vogliamo sapere in che modo e quando. Ne va della salute dei calabresi e non tollereremo inadempienze.
10) Al ragazzo di Canolo e ai ragazzi calabresi, più che di intendimenti, parlo di cose fatte o da fare. Lo sfascio del territorio calabrese è storico ed è stato aggravato dalle piogge alluvionali dell’anno scorso. Lo Stato ha risposto con pochi spiccioli (24 milioni in due decreti, di cui neppure la metà erogati). Sa come ha risposto la Regione? Con un programma che prevede oltre 800 milioni per mettere in sicurezza il territorio. Risorse sottratte ad altri bisogni. Forse non basteranno ma non sono poca cosa.
Per il resto, capisco che alla Regione la gente affidi tutte le sue speranze anche laddove non ha modo di intervenire direttamente. Noi abbiamo, però, un programma che, come riconosce un quotidiano specializzato qual è Il Sole 24 Ore, dovrebbe portare alla creazione di 50mila nuovi posti di lavoro. Sulla deriva morale di “questa Regione”, che lei vede e altri no, cosa vuole che risponda? Le dicevo inizialmente di legalità e trasparenza. Altre ricette non ne conosco. Il futuro? Si vedrà. Ho le mie idee. C’è un programma da completare e nuovi obiettivi da perseguire. Se sarò presidente continuerò il mio impegno per contribuire a costruire un futuro migliore per i calabresi. Se non lo sarò continuerò a battermi, magari da una postazione più modesta, sempre per la stessa causa. Sarò meno sballottato dalle tempeste incrociate in questi cinque anni, ma so che questo è il mio destino.

*Presidente della Regione Calabria

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