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Per i documenti contraffatti utilizzati nell’estate del 1999 dalla Lazio per il passaporto comunitario del calciatore Juan Sebastian Veron, la prima sezione penale della corte d’appello di Roma ha confermato la sentenza con la quale il 23 febbraio 2007 il tribunale ha condannato a quindici mesi di reclusione, per falso materiale e ideologico, Maria Elena Tedaldi, dipendente di uno studio legale di Buenos Aires: quei documenti avrebbero indotto in errore i tecnici dell’anagrafe del comune di Roma che rilasciarono il passaporto italiano. Il collegio, presieduto da Vincenzo Roselli, ha invece, dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Gianfranco Orsomarso (impiegato del comune di Fagnano Castello, Cosenza) perchè estinto per prescrizione il reato di falso materiale commesso dal pubblico ufficiale e dal privato. In primo grado erano stati assolti, oltre al centrocampista argentino, attualmente in forza all’Estudiantes, anche l’ex patron della Lazio, Sergio Cragnotti, gli ex dirigenti del club biancoceleste Felice Pulici e Nello Governato, i procuratori del calciatore Gustavo Mascardi e Francisco Hidalgo, l’intermediario automobilistico Silvio Bottachinnici, e un dipendente di uno studio legale in Argentina, Ilario Camaiani. Le assoluzioni erano diventate definitive perchè la procura non aveva fatto appello. Tedaldi e Orsomarso – secondo la tesi accusatoria – avrebbero materialmente preparato, tra l’Argentina e la Calabria, i documenti taroccati utilizzati per il passaporto di Veron. Orsomarso, in particolare, si occupò di trovare un parente italiano del calciatore argentino. L’avvocato Vincenzo Dresda, difensore della Tedaldi, ha annunciato ricorso in Cassazione

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