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di SARA LORUSSO
POTENZA – Erano scappati in tre dalla casa famiglia di Campomaggiore a cui erano stati affidati
Si cerca un giovane afgano
In due trovati alla stazione con il biglietto per Foggia: ci erano andati in taxi
NON era la prima volta che gli agenti della Polizia li fermavano. Era accaduto 18 giorni fa, clandestini, minorenni, erano andati via tutti e tre dall’Afghanistan. Ieri pomeriggio, hanno tentato di nuovo di scappare, questa volta dalla casa famiglia in cui erano stati accomapagnati (per i minori non c’è l’immediatezza dell’espatrio): due di loro son stati trovati dagli agenti della Polfer alla stazione. Si cerca ancora il terzo ragazzo.
Non parlano italiano, di etnia Psthun, erano arrivati in Italia probabilmente con uno di quei viaggi lunghi e dolorosi a cui ormai le cronache sono abituati: autostop, forse un camion o angoli di treni nascosti alla vista. Chilometri che portano dal Medio Oriente all’Europa. Il loro viaggio si era interrotto a Potenza, poco più di due settimane fa. Senza documenti, erano stati accompagnati presso una casa famiglia di Campomaggiore a cui erano stati affidati. E ieri pomeriggio, proprio il responsabile della struttura ha dato l’allarme. Le ricerche hanno subito messo in comunicazione le varie forze di polizia. In giro per la città volanti, squadra mobile, e ovviamente, un controllo particolare sulle vie di uscita della città.
Qualcuno li aveva visti allontanarsi su un taxi chiaro, probabilmente cercavano di raggiungere il capoluogo. Allora ecco, l’allerta alle stazioni di Potenza. Poco più che bambini, poco meno che adolescenti. Quel taxi lo hanno pagato con soldi propri e hanno raggiunto la stazione centrale della città. Alle tre del pomeriggio, però, con la stazione semideserta e l’allarme già diramato, non sono passati inosservati. Gli agenti della Polfer li hanno riconosciuti. Tratti orientali, ma erano solo in due. Hanno provato a scappare, ma raggiunti, hanno lasciato che gli agenti si prendessero cura di loro. Silenzio, al massimo poche parole in un inglese sbilenco. Meglio chiamare un interprete. E con la lingua che a loro suonava familiare, il persiano, è stato più semplice ricostruire la loro storia. Avevano già in mano i biglietti del treno per Foggia: forse lì hanno qualcuno che li aspetta o che ha promesso loro qualcosa, un lavoro, un viaggio verso altre sedi, un passaggio. Sembra volessero arrivare fino in Norvegia. E proprio la destinazione del biglietto ha mobilitato gli agenti (il lavoro di ricerche ha coinvolto tutto il personale delle varie squadre della Questura): ma sul treno per Foggia, dove si è pensato che il terzo ragazzo, il più grande dei tre, potesse essere salito, non c’era traccia di un giovane afgano. Magari è ancora in città. O forse no. La Polizia ha avviato le ricerche nelle chiese, nei bar, controllando le vie di uscita del trasporto pubblico, treni e autobus. Potrebbe essere ovunque. Ovunque fuori o dentro questa città.
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