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«Ci risiamo: noi calabresi siamo stati prontissimi e compatti nel rispondere, con altrettanti pepati improperi, alle “esternazioni” di Venditti, ma non riteniamo dover assumere posizione alcuna, se non il chiacchiericcio da bar o da passeggio, rispetto a fatti e problemi ben più gravi e devastanti quali le navi dei veleni, il disastro ecologico di Crotone, la statale 106 e l’A3, l’asfissiante presenza della mafia, lo scandalo da 90 milioni di euro della Fondazione Campanella, la disoccupazione, gli stipendi che non permettono di giungere a fine mese e tant’altro». A sostenerlo è Umberto Maggi, della segreteria provinciale di Catanzaro del Movimento sociale Fiamma tricolore. «Ci fanno imbufalire e reagire, anche in maniera abnorme – ha proseguito – le parole in libertà di un menestrello, magari non del tutto lucido e che subito dopo chiede scusa rendendosi conto di averla fatta troppo grossa, ma ci scivolano addosso guai e problemi che definire epocali è eufemistico. Ancora una volta dimostriamo di essere geneticamente forti con i deboli ma altrettanto scelleratamente deboli coi forti».
«Sarebbe ora – ha sostenuto Maggi – che i calabresi prendessero coscienza dei loro problemi, di quelli veri, per reagire nei modi e nei tempi che certamente abbiamo. L’informazione e la conoscenza, unite al discernimento personale, dovrebbero portare i calabresi a realizzare, finalmente, una necessaria ed urgente rivoluzione culturale, che ci affranchi da una classe politica e culturale che non meritiamo e che ci porta ad accalorarci sulle parole di Venditti e lasciarci scorrere addosso le vere e proprie “piaghe d’Egitto” di cui endemicamente soffriamo. Non è Venditti il nostro problema, ma la mafia, la malapolitica, la malasanità, la innaturale ma connaturata tendenza alla raccomandazione ed alla genuflessione ai potenti di turno, l’altrettanto maledetto vizio di attendere che altri facciano e dicano quello che noi sentiamo ma reputiano sia “pericoloso” affermare apertamente».
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