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I comuni che non hanno depuratori per le proprie fognature devono restituire la quota parte della tariffa destinata alla depurazione. Lo afferma il Codacons che ricorda la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la quota della tariffa-depurazione nei Comuni in cui i liquami e detersivi finiscono dalle abitazioni direttamente nei fossi, nei mari o nei fiumi. «Stando alla sentenza della Consulta – sottolinea Francesco Di Lieto del Codacons – tanti comuni calabresi dovrebbero rimborsare ai cittadini la quota della depurazione pagata senza l’apposito servizio. Per l’Associazione a tutela dei Cittadini si tratta di una cifra davvero considerevole, spesso ben oltre 1.000 euro a famiglia. Ma non basta, sempre secondo il Codacons sono a rischio anche i comuni dove la depurazione funziona solo a «metà». «Riceviamo tante segnalazioni da parte di Cittadini – spiegano dall’Associazione – che ci chiedono cosa fare se il depuratore è presente nel territorio comunale, ma non funziona. Ovviamente anche in questo caso gli utenti hanno pieno diritto a vedersi riconoscere le somme indebitamente percepite dal loro Comune a titolo di canone versato oltre, ovviamente, l’iva pari al 10% nonchè agli interessi maturati. Solo per fare un esempio, il canone di depurazione nel nostro paese può variare da 0,3 ad 1 euro a metro cubo. E così, anche partendo da un costo minimo di 0.3 euro a metro cubo, per un consumo medio di acqua per una famiglia di quattro persone di circa 200 metri cubi, ecco che questa famiglia sarà chiamata a pagare ogni anno solo per la depurazione la somma di 66,00 euro, e così in 10 anni avrà speso circa oltre 660 euro, oltre addizionali erariali e interessi vari,e questo prevedendo il canone minimo di 0,30 euro a metro cubo. È passato sotto silenzio il fatto che lo scorso 1 ottobre sia scaduto il termine (previsto dall’art. 8 sexies della legge nr. 13/2009) per l’avvio dei rimborsi da parte dei Comuni della quota della tariffa di depurazione pagata dai cittadini in assenza del servizio. La restituzione delle somme poteva avvenire anche in forma rateizzata ed in periodo massimo di cinque anni. Preso atto del silenzio serbato da molte Amministrazioni pubbliche, il Codacons invita i cittadini a far sentire la propria voce, facendo valere i propri diritti, leggendo con attenzione le richieste di pagamento e ribellandosi alle “tangenti” pubbliche».
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