1 minuto per la lettura
Il personale dell’ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Cosenza, con uomini del Reparto Prevenzione Crimine Calabria settentrionale, sta eseguendo una confisca di beni, in base alla normativa antimafia, nei confronti di noti esponenti appartenenti a cosche della criminalità organizzata operanti nell’alto Ionio cosentino. Il valore dei beni è stato stimato in oltre 25 milioni. L’operazione riguarda alcuni esponenti della criminalità organizzata operanti nell’alto Ionio cosentino.
IL SEQUESTRO
Complessi aziendali, quote societarie e numerosi automezzi. Il provvedimento, accolto dal Tribunale misure di prevenzione, ha riguardato tutto il nucleo familiare ed i conviventi di Francesco Faillace, di 26 anni, figlio di Federico, ucciso nell’agosto scorso, e interessa beni già oggetto di sequestro. Francesco Faillace, secondo l’accusa, è inserito nell’organizzazione criminale operante nel territorio del Comune di Cassano Ionio, ed è attualmente agli arresti domiciliari dopo essere stato arrestato nel gennaio 2008 nell’ambito del procedimento Omnia con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso, rapina ed estorsione, aggravate dal metodo mafioso.
In particolare, secondo l’accusa, Faillace aveva il compito di «eseguire gli ordini» dei vertici della cosca, soprattutto in relazione ad azioni di intimidazione. Secondo l’accusa, inoltre, grazie alle pressioni di Antonio Forastefano, a capo dell’omonimo clan, Faillace si sarebbe accaparrato lavori di fornitura di cemento in quanto gestiva insieme al patrigno Giuseppe Borrelli un cementificio ad Altomonte. Tali accaparramenti avrebbero riguardato anche lavori di ammodernamento di tratti stradali fra i comuni di Villapiana e di Francavilla. A Faillace è stata applicata la misura della sorveglianza speciale per anni quattro.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA