3 minuti per la lettura
di FABIO AMENDOLARA LAURIA – Quella Panda 4×4 verde era l’auto che strombazzava sotto casa di Nicola Bevilacqua la sera in cui è scomparso. Gli investigatori della Squadra mobile di Potenza l’hanno trovata e sequestrata. Il sospetto è che in quella vecchia Panda, quella sera del 2003, Nicola sia salito vivo e sia sceso morto.
Secondo gli investigatori era l’auto con cui Giuseppe e Raffaele, i due amici di Lauria, sospettati di omicidio, erano andati a prenderlo sotto casa. I due sono stati gli ultimi a vederlo vivo. A Lauria, di notte, non passa inosservata un’auto che strombazza. Né due persone che urlano «scinn’, scinn’» (Scendi, scendi). Anche se è casa di “Cocola” (così era soprannominato Bevilacqua, perché da bambino non pronunciava bene il suo nome), dove, raccontano, c’era un via vai a qualsiasi ora. Nicola era uno zingaro, ma non andava più in giro. Ormai lui e la sua famiglia, di origini cosentine, erano residenti a Lauria, nel centro storico, rione inferiore.
Non aveva delle belle amicizie. Frequentava qualche piccolo spacciatore, qualche delinquente della zona di Castrovillari. E in compagnia di certa gente non è difficile trovarsi nei guai. Lui a volte i guai se li cercava. Beveva. A volte esagerava. E spesso finiva nella caserma dei carabinieri di via provinciale della melara. Nel suo fascicolo personale sono raccolte le segnalazioni che ha collezionato sin da ragazzino. Qualche rissa, quando era sbronzo, e qualche furto, quando era a corto di soldi. Come quando cercò di organizzare una rapina in un ufficio postale. Lo raccontarono i suoi due amici ai carabinieri qualche giorno dopo la scomparsa.
Dissero, ognuno a modo suo, che se erano andati a prenderlo a casa a quell’ora era perché stavano preparando la rapina. Qualche sospetto gli investigatori già ce l’avevano. Poi, però, è arrivata una lettera.
«Sorella mia, stai tranquilla, sto bene». Firmato Nicola Bevilacqua. La sorella di Nicola la portò ai carabinieri. E i carabinieri la inviarono in procura, a Lagonegro. Ma era troppo poco per ipotizzare l’omicidio. Finì con gli altri documenti nella polvere dell’archivio. E invece era importante quella lettera. Perché l’indirizzo non era esatto. E Nicola sapeva bene dove abitava sua sorella. Quella lettera porta la firma dell’assassino. Chi, altrimenti, avrebbe avuto interesse a mandare una lettera spacciandosi per Nicola? La tesi dell’allontanamento volontario era perfetta. Anche perché lui, qualche anno prima di sparire, aveva rilasciato un’intervista all’Eco di Lauria, sostenendo che sarebbe andato a Ragusa.
C’è chi dice che lì aveva dei parenti. Chi, invece, che sarebbe andato in una comunità. Ma dopo quell’annuncio non è partito. E’ rimasto a Lauria. E la sua situazione economica e sociale è peggiorata. Cosa c’è dietro l’omicidio non è ancora noto. Il sostituto procuratore della Repubblica di Lagonegro Francesco Greco, intanto, ha disposto il sequestro della Panda verde. «Il proprietario – precisano gli investigatori – non c’entra nulla con il delitto». La Panda, infatti, era stata venduta poco tempo dopo l’omicidio. Era intestata a un parente di Bevilacqua. Chi l’abbia data in mano ai presunti assassini stanno cercando di scoprirlo gli investigatori.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA