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Il procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Lombardo ha chiesto al prefetto della provincia in cui vive Francesco Fonti di valutare l’assegnazione di una protezione.
Fonti è il pentito di ‘ndrangheta che con le sue dichiarazioni ha portato all’individuazione del relitto di una nave posta a 12 miglia dalla costa di Cetraro, nel cosentino, ed a 500 metri di profondità, che si sospetta essere la Cunsky, una motonave che lo stesso pentito ha detto di aver fatto affondare nel 1992 con un carico di 120 bidoni contenenti fanghi radioattivi.
Ieri Fonti avrebbe dovuto essere interrogato, nella sede della Direzione nazionale antimafia, dai procuratori di Reggio Calabria e Catanzaro, Giuseppe Pignatone e Vincenzo Antonio Lombardo, e dal vice di quest’ultimo, Giuseppe Borrelli.
Fonti, però, che era senza avvocato perchè impegnato in un’udienza a Cosenza, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ieri il difensore del pentito, l’avv. Maria Claudia Conidi, aveva sostenuto anche che il suo assistito aveva chiesto notizie ai magistrati «notizie circa l’eventuale ripristino del programma di protezione nei suoi confronti».
Al riguardo, è stato fatto notare in ambienti giudiziari catanzaresi, è difficile che possa essere avviato un nuovo programma di protezione dal momento che la legge prevede che colui che ne fa richiesta deve prima riferire ai magistrati tutti i fatti illeciti di cui è a conoscenza.

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