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di MASSIMO CLAUSI
La nostra petizione al Governo ieri ha sfondato il muro delle 11.000 firme in una manciata di giorni. Un risultato esaltante che dimostra come i calabresi, e non solo, non vivono passivamente tutto quello che accade sul nostro territorio. Rivendichiamo tutti con forza che la Calabria diventi questione nazionale e non un territorio a perdere dove scaricare di tutto con la complicità dei gruppi criminali. Sì perchè in questa storia è chiaro che la criminalità organizzata rappresenta soltanto l’apparato terminale dell’ingranaggio, la manodopera. Sono altri che producono questo tipo di rifiuti, sono altri che pagano per inviarli in Calabria.
Viaggiamo praticamente ad un ritmo di oltre 2000 firme al giorno, una testimonianza che il problema dell’inquinamento della terra e del mare calabrese è avvertito da tutti.
Fra queste firme ce ne sono alcune prestigiose. Se l’altro giorno aveva firmato un calabrese illustre come Stefano Rodotà, ieri ha deciso di aderire anche Roberto Saviano, l’autore che in Gomorra aveva raccontato un pezzo di questa storia. Fra le pagine del libro che ha conosciuto record di vendite incredibili, c’è tutta una parte dedicata al business dei rifiuti e di come anche la camorra non si è fatta nessun tipo di scrupolo ad avvelenare la propria terra in nome del Dio denaro. Un atteggiamento che purtroppo pare abbia seguito anche la ‘ndrangheta calabrese, almeno a sentire i racconti del pentito Francesco Fonti che ha spiegato il ruolo delle ‘ndrine negli affondamenti delle navi dei veleni e dei traffici incrociati di armi e rifiuti. Proprio la firma di Saviano assume un valore particolare, non tanto per la “celebrità” dell’autore di Gomorra. La nostra petizione è anche un tentativo, dobbiamo dire riuscito, di svegliare le coscienze, perchè tutti dobbiamo prenderci le nostre responsabilità civili, tutti dobbiamo alzare la nostra voce contro quello che non va, senza delegare l’indignazione civile a giornalisti o scrittori.
Altra firma prestigiosa che si è aggiunta alla nostra petizione è quella della parlamentare del Pd, Rosa VIllecco Calipari, che ha pure lasciato una sua considerazione sul blog legato alla petizione e che vi consigliamo di andare a leggere. «Ringrazio il Quotidiano – ha scritto la Calipari – per questa iniziativa che aiuta tutta la Calabria, e non solo, ad evitare che ricada sul tema delle navi inabissate e del traffico di riuti tossici, quella pesante coltre di silenzio che ha già ricoperto tutta la vicenda per molti anni. troppi!!».
Ma non sono solo firme illustri quelle che compaiono nel nostro elenco. Sono in molti i cittadini comuni ormai stufi di questa situazione di immobilismo del Governo verso un problema di tale portata come le scorie tossiche. Come abbiamo già scritto in passato firmano non solo da ogni parte d’Italia, ma anche da diversi paesi esteri non solo europei. Intere famiglie hanno deciso di aderire in nome di un futuro pulito da regalare ai nostri figli. E’ il caso, ad esempio, dei Papasidero che abitano a Glen Cove, vicino New York ma che sono evidentemente migranti che non hanno dimenticato la loro terra.
AL di là delle firme sono tantissimi i commenti lasciati sul nostro blog. «Volutamente alla voce professione ho scritto “mamma” si, perche’ – scrive Franca – mi domando quale futuro si prospetta per i nostri figli, resteranno indenni, oopure . chissa’. A Botricello paese dove vivo, quasi in in ogni casa c’è un malato tumorale, Perche?? Non abbiamo fabbriche da dove arrivano queste radiazioni??? Cominciamo a liberare il mare, subito dopo cominciamo con le montagne pensate che i monti della Sila siano indenni da questi tipi di tumulazioni??».
In effetti Franca ha centrato il problema. Basti ricordare che in Calabria la Regione ha recentemente censito circa 600 discariche abusive. Cosa contengono? L’assessore all’Ambiente, Silvio Greco, ha deciso di andare fino in fondo e bonificare quanti più siti possibili, ma è chiaro che si tratta di un lavoro enorme.
«Il silenzio dello stato sull’argomento è assordante, la sua immobilità è disarmante. C’è l’interesse da parte di molti di insabbiare tutto. Ma noi calabresi non possiamo permetterlo, abbiamo l’obbligo di continuare a richiamare l’attenzione dello stato e dei media sull’argomento, al fine di far chiarezza e stabilire le responsabilità. Ringrazio Voi del Quotidiano per la lodevole l’iniziativa».
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