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Accertare se il relitto trovato al largo delle acque di Cetraro appartiene alla Cunsky e verificare il contenuto dei fusti che si trovano nella stiva.
Sono queste le due priorità sulle quali sta lavorando a pieno ritmo la Dda di Catanzaro alla quale la Procura di Paola (Cs) ha trasmesso gli atti dell’inchiesta.
Le verifiche per accertare se si tratta della Cunsky saranno affidate al personale della Capitaneria di porto, mentre il recupero dei fusti e le analisi sul contenuto dovranno essere effettuati attraverso l’intervento del Ministero dell’Ambiente.
I risultati su questi accertamenti, secondo quanto si è appreso, dovrebbero conoscersi entro un mese. L’ipotesi è quella che il relitto trovato al largo di Cetraro sia la nave carica di rifiuti tossici e radioattivi affondata, con altre tre imbarcazioni, dal collaboratore di giustizia Francesco Fonti per conto delle cosche della ‘ndrangheta di San Luca.
Fonti, che attualmente non è sottoposto ad alcun regime di protezione e si trova agli arresti domiciliari, in numerose interviste giornalistiche ed in un memoriale ai magistrati ha riferito di avere partecipato direttamente all’affondamento di tre navi nei mari calabresi, la Cunsky, la Yvonne A e la Voriais, ma di avere saputo che complessivamente le imbarcazioni fatte affondare con i loro carichi di rifiuti sono una trentina.
Il collaboratore di giustizia sarà sentito domani dai magistrati della Dda di Catanzaro e di Reggio Calabria ai quali riferirà le notizie che sono in suo possesso sulla vicenda.
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