2 minuti per la lettura
«La Calabria versa in una situazione difficile ed è stata unanime la constatazione che la nostra Regione rimane emarginata rispetto al resto d’Italia. I problemi sono gravi e non sempre si vede un impegno delle istituzioni per affrontarli tempestivamente e decisamente». È quanto afferma, in un comunicato, la Conferenza dei vescovi calabresi, riunitasi a Le Castella di Isola Capo Rizzuto. «I Vescovi – prosegue la nota – hanno ribadito di essere consapevoli che non rientra nei loro compiti indicare soluzioni, ma che non possono esimersi dal raccogliere le ansie della gente, che da loro attende un sostegno morale e una parola di conforto e di speranza di fronte a certe situazioni oggettivamente inaccettabili. Non è possibile, inoltre, ignorare il problema dei precari della scuola, nè tacere sulla necessità che certi provvedimenti siano calati nella realtà socio-geografica della nostra Regione». «Altrettanto – si afferma ancora nel comunicato – per quanto attiene alla frontiera della sanità. Non si può tacere che certe soluzioni pensate nell’ottica del risanamento economico si ritorcano contro i più deboli. La recente scoperta, poi, dell’avvelenamento sia del mare calabrese, risorsa incomparabile per le attività economiche e turistiche; sia del territorio della città di Crotone, ha posto ai Pastori calabresi seri interrogativi su come vengano gestiti i problemi del territorio. I crimini contro la salute e l’ambiente denotano come sia diabolico perseguire i propri interessi economici a discapito del bene comune. Ma non si può liquidare il problema scaricando tutto sulla delinquenza locale perchè certe operazioni hanno sicuramente altre più gravi responsabilità». «Pur soffrendo per i problemi dell’intera Regione – è detto nella nota – i Vescovi esortano alla speranza e alla fiducia, confidando nelle parole del Signore: ‘non abbiate timore, io ho vinto il mondò. Le cose possono cambiare, ma ognuno riscopra il proprio protagonismo e assuma le proprie responsabilità per quel che gli compete. Ancora una volta l’Episcopato Calabro esorta i fedeli laici ad impegnarsi in politica per portare in essa il fermento evangelico. A tal proposito viene ribadito che non a caso la Chiesa Cattolica, attraverso la sua dottrina sociale, da sempre ha condannato quei modelli economico-sociali che non mettono al primo piano l’uomo con i suoi diritti e i suoi bisogni. L’uomo deve essere, infatti, il primo capitale da salvaguardare, così come sottolinea anche il Santo Padre Benedetto XVI nella recente Lettera Enciclica Caritas in veritate, dove intende ricordare, soprattutto ai governanti, che «l’uomo è l’autore, il centro e il fine di tutta la vita economico – sociale».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA