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Sarà il cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato per il progetto culturale della Cei, ad aprire il convegno delle Chiese calabresi in programma da domani a sabato a Le Castella (Crotone) – sul tema “Comunione è speranza. Il dono e gli impegni delle Chiese calabresi per testimoniare il Risorto nel nostro tempo”.
Il porporato terrà una prolusione sul tema «L’eredità del Convegno ecclesiale di Verona: l’impegno delle Chiese calabresi per testimoniare il Risorto».
Si tratta, afferma il presidente dei vescovi calabresi, mons. Vittorio Mondello, di «recuperare le ricche riflessioni di Verona per calarle nella vita pastorale delle Chiese di Calabria. Si vuole insistere sulla necessità della comunione, senza la quale nessuna testimonianza è possibile, e sull’urgenza della testimonianza del Risorto per dare nuova speranza all’uomo e alla società di oggi».
«Il messaggio – afferma mons. Santo Marcianò, arcivescovo di Rossano-Cariati e presidente del Centro ecclesiale regionale – può essere duplice ed è facilmente rintracciabile nel titolo che si è inteso dare al convegno: comunione è speranza. Speranza e comunione, dunque. Un messaggio duplice ma anche un messaggio univoco. La Chiesa di Calabria s’interroga su come testimoniare la speranza attraverso la comunione; su come ribadire che solo nella comunione si trovano i germi di quella speranza cristiana che non è un semplice incoraggiamento circa l’avvenire, ma rappresenta un impegno, un cammino, un itinerario nel quale muoverci, alla luce e al soffio dello Spirito Santo. Sì, deve essere Lui, lo Spirito, il vero protagonista del nostro incontro».
«La Chiesa – prosegue mons. Marcianò – riflette, ricerca e s’interroga su percorsi concreti, su scelte pastorali, su proposizioni da seguire perchè è docile a quello Spirito che le chiede di discernere al volontà di Dio alla luce dei segni dei tempi. La volontà di Dio è sempre una volontà di bene, un progetto di amore per le sue creature: ecco il fondamento della speranza cristiana; ed è questa una speranza che non possiamo non ricercare e riversare nel tessuto della vita della nostra gente. Ma il discernimento nello Spirito è un discernimento comunitario: ecco, dunque, la comunione. In un tempo in cui il soggettivismo e l’individualismo più marcati continuano ad affliggere l’uomo e, a volte, a tentare anche gli uomini di Chiesa le Chiese calabresi vogliono ribadire che è possibile sperare laddove insieme si pensa, si lavora, si cerca: laddove si cerca di conoscersi e comprendere reciproche ricchezze e difficoltà. In una parola, laddove si cerca di amarsi con quell’amore che è dono e compito affidato dalla Trinità alla Chiesa».
«E’ nella comunione – conclude mons. Marcianò – che va ricercata e accolta la speranza che illumina il sì della fede, il grande sì che, secondo la famosa espressione di Benedetto XVI a Verona, Dio ha detto all’uomo. È quanto anche noi vogliamo dire con le riflessioni e i lavori del nostro convegno; ma è anche quanto ci auguriamo di dire attraverso l’esperienza concreta di comunione che il convegno ci consentirà di fare».
Il programma, stilato alla luce degli input dettati dalle diocesi, prevede in apertura delle giornate una serie di meditazioni dettate dai vescovi di Calabria, e al primo giorno vedranno anche la presenza di una rappresentanza delle comunità ortodossa e valdese e di autorità civili che formuleranno un saluto a tutti i convenuti.
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